Aziende e regioni

Aiop celebra i 50 anni di attività. Lorenzin: la differenza non è tra pubblico e privato ma tra chi funziona e chi no

Poco meno di 53mila posti letto, 12mila medici, 26mila infermieri e 32mila operatori di supporto. E’ la realtà rappresentata dall’Aiop, associazione italiana dell’ospedalità privata, alla quale aderiscono 500 ospedali che assicurano un quarto delle prestazioni ma pesano «solo per il 15% sul totale della spesa sanitaria». L’associazione oggi a Roma celebra i 50 anni con la presentazione di un libro che ne ripercorre la storia e con una nuova sfida: rendere produttiva la spesa sanitaria.

Spesa improduttiva stimata tra i 5 e i 10 miliardi
«Se pensiamo che la sopravvivenza del nostro welfare sanitario passi da un significativo incremento della spesa pubblica sanitaria, siamo sulla strada sbagliata - commenta il presidente Gabriele Pelissero. - Oggi più che mai si rende necessaria l’introduzione di fattori di efficientamento e di competitività, attraverso la realizzazione di un autentico pluralismo di erogatori, basato sulla libera scelta del luogo di cura e sull’applicazione concreta del pagamento a prestazione». Secondo Aiop, «una predominante componente di erogatori pubblici inefficienti e autoreferenziali» genera una spesa improduttiva stimata tra i 5 e i 10 miliardi.

Quando il Ssn nasce formalmente il 23 dicembre 1978 con la legge 833, Aiop aveva alle spalle già 12 anni di attività: nel 1980 l’ospedalità privata rappresentava il 14% dei posti letto ospedalieri, per raggiungere il 21% nel 1997. Pur «in un clima ideologico sostanzialmente ostile - sottolinea Aiop - in 50 anni l’imprenditoria sanitaria è riuscita a superare non pochi cambiamenti, rappresentati soprattutto da tre riforme sanitarie: la prima appunto quella del 1978, la seconda sintetizzabile nei decreti legislativi 502/92 e 517/93, espressione del governo guidato da Giuliano Amato e la terza, del 1999, comunemente definita la `riforma Bindi´».

Le ultime evoluzioni del Ssn
Le “riforme della riforma”, ricorda Aiop, si caratterizzano inizialmente per grandi innovazioni, come il passaggio alle Regioni del governo del sistema sanitario, la sostanziale parità tra pubblico e privato, il diritto alla libera scelta del luogo di cura da parte del paziente e il pagamento a prestazione, per poi ritornare, con un netto cambiamento di rotta, a una visione centralistica della programmazione. «L’ultima fase di evoluzione del Ssn è quella che stiamo tuttora vivendo - spiega l’associazione - e che è caratterizzata da un’ineludibile esigenza di controllo della spesa pubblica, con importanti ricadute su quella sanitaria, sia a causa della crisi economica dilagante che, internamente al Paese, per il cattivo uso dell'autonomia fatto da molte Regioni. Dal 2012 al 2016, il comparto sanitario è stato “aggredito” da pesanti tagli lineari, quantificabili in 20 miliardi di euro, estremamente penalizzanti e potenzialmente forieri di un cambiamento strutturale della natura universalistica e solidale del nostro Ssn».

Rendere produttiva la spesa è la sfida che Aiop lancia per gli anni a venire
«Nel 50° anniversario della nostra fondazione siamo fiduciosi - conclude Pelissero - perché per la prima volta dopo 6 anni, la legge di Stabilità 2016 non contiene tagli alla sanità, ma introduce una serie di norme innovative e coraggiose. Un primo e solido intervento per un autentico processo riformatore». All’appello mancano i Livelli essenziali di assistenza (Lea) sui quali la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, dice di aver sollecitato il ministero dell’Economia. «Non ho ancora capito i motivi di questo ritardo - sottolinea -. Abbiamo stanziato un fondo di 800 milioni di euro in Finanziaria, abbiamo fatto tutti i calcoli per togliere i Lea erogati in modo spontaneo dalle Regioni. Milioni di persone sono in attesa».

Lorenzin: la differenza è tra chi funziona e chi non funziona
La ministra, poi, ha riconosciuto alla sanità privata il merito di aver operato «in anni difficili per l'Italia e per le stesse aziende, che hanno sostenuto tagli lineari continuando ad erogare servizi importanti». «La sfida ora - continua il ministro - è traghettare il Ssn nel futuro, sciogliendo nodi importanti come quelli della sostenibilità, ma anche dell'invecchiamento della popolazione e della cronicità. E per il 2017 la priorità è investire sul personale sanitario, realizzando un meccanismo per la stabilizzazione dei precari». Insomma, «la differenza non è tra privato e pubblico, ma fra chi funziona e chi non funziona».

«Alle vostre aziende - dice poi Lorenzin, rivolgendosi al presidente Aiop, Gabriele Pelissero - abbiamo chiesto in questi anni importanti ammodernamenti, integrazioni, reti». Un lavoro che «è stato fatto». Ora la parola chiave è «regole certe, chiare e valide per tutti, con i dovuti controlli a tutela del paziente». E se guardando al futuro del settore Pelissero si è detto «ottimista», la ministra concorda: «Sono ottimista anche io, nonostante alcune aree territoriali con grosse lacune, dovute però a incapacità organizzative delle amministrazioni. Molto lavoro è stato fatto, penso al Patto per la salute, ai costi standard, al Piano esiti che va implementato e alle centrali uniche d'acquisto. La Riforma costituzionale riporterà una forte azione centrale di controllo, e penso che in 5-6 anni il sistema sarà profondamente riformato, conservando però la sua base universalistica».


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