Aziende e regioni
Toscana: un pacchetto di misure taglia-code
di Roberto Tatulli
Entro il 2016 la Toscana attuerà nuove misure per ridurre le liste di attesa. Ad annunciarlo è stata la stessa Regione che questa mattina ha presentato un insieme di provvedimenti che, nei prossimi sei mesi, dovrebbero portare non solo ad una migliore gestione, ma anche ad una maggiore appropriatezza di visite ed esami diagnostici.
La Toscana, che fino ad oggi ha risolto solo aspetti parziali del problema, ha deciso di intervenire con un intervento strutturale e, coadiuvati dal Laboratorio Management e Sanità della Scuola Sant'Anna Superiore di Pisa (MeS) e dall'Agenzia Regionale di Sanità (Ars), ha analizzato zona per zona, prestazione per prestazione, lo stato dell'arte in tutta la regione, individuando soluzioni praticabili, da adottare e calibrare caso per caso.
La misura principale che la Regione adotterà nell'arco dei prossimi sei mesi sarà quella di separare le prenotazioni per i primi contatti da fare tramite il Centro Unico Prenotazioni (Cup), sia visite che esami diagnostici, da quelle successive di follow up, che saranno sotto la responsabilità diretta di chi eroga le prestazioni. Questa azione, illustrano, serve a garantire tempestività iniziale e poi capacità di programmazione per la continuità di cura dei professionisti, almeno per le patologie croniche e per il percorso materno infantile (Attualmente sono 200.000 i toscani in cura per patologie croniche ma si calcola che presto saranno 300.000). Per i pazienti oncologici invece la sorveglianza clinica specialistica dopo il trattamento sarà gestita da un Punto servizi dedicato, che verrà attivato all'interno delle strutture oncologiche (Gli accertamenti non dovranno più essere prenotati dai cittadini ma dal Punto servizi).
Previsti interventi di efficientamento dei macchinari e del personale, ma anche formazione e condivisione dei protocolli clinici tra radiologi e prescrittori, per migliorare l'appropriatezza prescrittiva nelle zone in cui i tassi di erogazione superano la media regionale.
Ai direttori generali delle aziende sanitarie – sulla base del piano di azioni previsto – sono stati assegnati obiettivi coerenti con questa nuova impostazione. A loro il compito di portare il Cup a livello di medici di medicina generale (Mmg), riorganizzare le prestazioni di controllo con agente Cup prenotabili direttamente dal Mmg e riorganizzare l'offerta delle prestazioni specialistiche secondo criteri di priorità clinica e appropriatezza.
Ad accompagnare questo processo ci sarà una nuova ed unitaria piattaforma informatica per il Cup regionale, più funzionale a collegare il momento della prescrizione con quello della prenotazione, nuovi finanziamenti (1 milione di euro per la riorganizzazione dell'offerta clinico-diagnostica territoriale), una migliore organizzazione che interconnette Ospedale e Territorio, assegnando ad ogni raggruppamento di medici (AFT- Aggregazione Funzionale Territoriale) un pool di specialisti di riferimento ai quali inviare i pazienti, ed infine le attività ambulatoriali avverranno secondo criteri di priorità clinica (urgente, breve, differibile e programmabile), estesi a tutte le componenti professionali delle aziende, e non basate sul tempo di prenotazione.
Quello dei lunghi tempi di attesa – precisano dalla Regione – è un problema comune a tutto l'occidente e non è un problema legato alla quantità ed efficacia di macchinari ed apparecchiature visto che la dotazione della Toscana è più che adeguata essendo, trall'altro, “una tra le Regioni che hanno la maggior quantità di apparecchiature Rm e Tc, sia in numeri assoluti che in percentuale”. Il problema, spiegano, deriva da più fattori e comunque riscontrati in modo disomogeneo tra le diverse aziende sanitarie locali e differente in base alle prestazioni. Non esiste una sola causa e per questo il problema verrà affrontato con più azioni.
Ma anche il contributo diretto dei cittadini sarà essenziale. Per questo la riduzione delle liste di attesa, precisa l'assessore regionale al diritto alla Salute, Stefania Saccardi, è “una battaglia di civiltà di tutti i toscani. Chiediamo anche ai cittadini di fare la loro parte”. Il riferimento è all'appropriatezza delle cure: un invito affinché vengano fatti solo gli esami necessari e non quelli superflui. Per sensibilizzare la cittadinanza, insieme a tutte le azioni che dovrà affrontare il sistema sanitario, sarà quindi avviata una campagna informativa per aumentare la consapevolezza e responsabilità del paziente nella cura delle propria salute, anche sui rischi degli eccessivi esami diagnostici.
La Regione Toscana dal canto suo renderà trasparente l'azione intrapresa e presentata oggi, in modo da rendere conto sistematicamente all'utenza del lavoro fatto per ridurre le liste d'attesa.
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