Aziende e regioni

La maschera dei Lea: così disse Francesco Longo (Cergas Bocconi)

di Paolo Russo

Salvo smentite a giorni i nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza, saranno operativi, andando ad ingrossare il gran libro delle già oltre seimila prestazioni mutuabili. Diritti esigibili che rischiano però, tra liste d'attesa infinite e innovazione terapeutica razionata, di essere in troppi casi non fruibili. L’ha detto a chiare lettere, applauditissimo davanti al ministro Lorenzin, il professor Francesco Longo del Cergas Bocconi, parlando in un forum sulla sostenibilità del nostro Ssn a margine dell'Assemblea Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali. «Basta con la retorica dell'efficentamento infinito, occorre ammettere che le risorse sono insufficienti e voltare pagina», ha detto. Come? Stabilendo con una operazione verità chi a quell'infinito elenco di prestazioni a carico dello Stato ha diritto per intero e chi dovrà farsene carico per una parte. Favorendo allo stesso tempo lo sviluppo di un sistema mutualistico e assicurativo.
Ma per evitare che i costi a carico degli assistiti diventino insostenibili il sistema sanitario pubblico deve darsi una mossa. «Imitando Google, Amazon o Netflix, che offrono piattaforme unitarie di servizi. In sanità significa che se io Asl posso passarti due ore settimanali di assistenza domiciliare, le altre anziché costringerti a comprarle in giro, magari pagando in nero la badante, te le offro sempre io pubblico, a minor prezzo e semplificandoti la vita» ha spiegato facendosi capire anche dai sassi il professore. E lo stesso discorso potrebbe ripetersi per altri servizi. Applausi scroscianti in attesa che qualcuno nella sanità pubblica raccolga la sfida e passi ai fatti. Buttando già la maschera del sistema sanitario universalistico migliore del mondo che in realtà nasconde una negazione dei diritti sempre più evidente.


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