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Cure palliative, così la Lombardia riorganizza la rete

di Rosanna Magnano

La Regione Lombardia riorganizza la Rete delle Cure Palliative in coerenza con i nuovi Lea e si dota di alcuni degli strumenti organizzativi necessari per aumentare sensibilmente il numero di malati inguaribili che possono essere presi in carico. È l’obiettivo della delibera approvata ieri dalla Regione Lombardia, che valorizza il contributo che gli Hospice e le Unità di Cure Palliative-Domiciliari potranno portare sul territorio, attraverso lo sviluppo di attività ambulatoriali e di consulenza, anche nelle Rsa.

«Il Terzo Settore è a pieno titolo uno dei protagonisti dell'opera di miglioramento delle condizioni di vita dei nostri concittadini - ha spiegato l'Assessore Giulio Gallera – e per questo motivo è stato coinvolto per giungere al provvedimento presentato oggi».

Nel 2016 un gruppo di esperti, nominato dalla Regione, ha redatto una proposta operativa che traduce in requisiti e standard i principi ispiratori della riforma del Sistema Sociosanitario Lombardo e dei valori delle Cure Palliative.

Un modello che integra sanità e sociale
La delibera regionale mira a un modello di cure integrate su più livelli e assicura l'integrazione tra ospedale e territorio e tra i bisogni di tipo sanitario e sociale. Obiettivi del provvedimento: promuovere la convergenza dei modelli residenziali e domiciliari di Cure Palliative, storicamente sviluppati attraverso percorsi paralleli afferenti a due assessorati, pervenendo ad un unico profilo di hospice e un unico profilo di Unità di Cure Palliative Domiciliari; armonizzare lo sviluppo delle Reti di Cure Palliative con l'attuazione della legge regionale n. 23/2015 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo”; promuovere forme di governo dei processi di presa in carico e di cura in grado di migliorare e semplificare l'accessibilità ai servizi, valorizzare le risorse famigliari e del territorio, incrementare la qualità delle cure e la sostenibilità generale del sistema.

Molto positivi i commenti della Federazione cure palliative. «La delibera approvata dalla Regione Lombardia lo scorso 28 novembre - sottolinea il presidente della Federazione Luca Moroni - rappresenta un documento estremamente avanzato nell'attuazione della legge 38. I decreti attuativi, già formalmente recepiti da tutte le Regioni italiane, vengono qui tradotti in standard e in meccanismi operativi, con un livello di dettaglio probabilmente inedito. In particolare la delibera mette a disposizione delle molte strutture lombarde gli strumenti necessari per una presa in carico tempestiva anche del malato non oncologico».

Tra le molte novità, spiccano due elementi di innovazione. «Il primo è un sistema a rete - continua Moroni - che, pur in un contesto caratterizzato da molti attori pubblici e del terzo settore, promuove l'integrazione e il governo dei percorsi di cura. Il secondo è l'ampia flessibilità dei livelli assistenziali che consente la modulazione del livello di intensità sulla base del bisogno del malato e della famiglia. Gli Hospice e le Unità di Cure Palliative Domiciliari sono chiamati a diventare servizi aperti, in grado di modulare l'assistenza domiciliare su più livelli ma anche di assicurare attività ambulatoriali e di consulenza, sul territorio, in RSA e in Ospedale. Come previsto dai nuovi Lea, il modello organizzativo prova a integrare Ospedale e Territorio, Sanitario e Sociosanitario, Pubblico Privato Sociale e Volontariato. Occorrerà misurarne l'effetto sul campo ma potrebbe avere ricadute importanti nell'assicurare l'accesso ai servizi da parte dei malati inguaribili, non solo in Lombardia».

Il ruolo delle cure palliative e la sfida cronicità
La sfida è a un punto di svolta e a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e dell'incremento dell'incidenza e prevalenza di condizioni di cronicità complesse, si stima che l'accesso alle Cure Palliative sia necessario per l'1,5% della popolazione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha recentemente quantificato in 560 malati adulti ogni 100.000 abitanti ogni anno il bisogno di Cure Palliative nella popolazione in Europa; di questi malati, circa il 60% sono affetti da patologie non oncologiche. L'Oms stima che il 30-45% di questi pazienti necessiti di Cure Palliative fornite da equipe specializzate. Il resto del bisogno di Cure Palliative può essere assicurato attraverso modelli di integrazione tra le equipe specializzate e le altre strutture erogative del territorio.

La priorità di un’adeguata organizzazione della rete di cure palliative è quella di ridurre il carico sanitario, organizzativo ed economico, per la cura di patologie inguaribili ma anche di contenere il carico sociale per la famiglia e la collettività associato alle elevate necessità assistenziali di questa tipologia di malati, evitando ricoveri inappropriati, ospedalizzazione e ricorso improprio al Pronto Soccorso.


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