Aziende e regioni

Toscana, accordo con i sindacati sulla mobilità dei medici all’interno dell’azienda

di Lucia Zambelli

La Regione Toscana ha varato le linee di indirizzo rivolte alle aziende per quanto riguarda assegnazione, mobilità e incarichi del personale dirigenziale del Servizio sanitario regionale. I contenuti delle linee di indirizzo, approvate da una delibera nel corso dell'ultima seduta di giunta, sono stati nei mesi passati oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali.
Le nuove indicazioni si sono rese necessarie in seguito alla legge di riforma del servizio sanitario regionale approvata quasi un anno fa (legge 84 del 2015): con l'accorpamento delle vecchie 12 Asl in 3 grandi aziende (Toscana centro, nord ovest e sud est), quella che prima era mobilità interaziendale (cioè da un'azienda all'altra) è diventata ora mobilità interna (dentro la stessa grande azienda).

«Abbiamo voluto favorire in ogni modo la mobilità del personale - spiega l'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi - Avevamo una duplice esigenza: da un lato presidiare adeguatamente anche le zone disagiate, garantendo la presenza di medici e livelli assistenziali adeguati; dall'altro evitare che un medico restasse a lavorare soltanto in ospedali dove c'è una casistica limitata e quindi ridotte occasioni di crescita professionale, e invece offrire a tutti i medici la possibilità di una professionalità qualificata. Con queste linee di indirizzo abbiamo cercato di soddisfare entrambe le esigenze».

Le indicazioni date alle aziende a proposito della mobilità dei medici dicono che «le attività svolte presso strutture diverse da quella di assegnazione sono effettuate in prima istanza su base volontaria, incentivata, o ricorrendo a strumenti di valorizzazione professionale, o, in via eccezionale, all'istituto delle prestazioni aggiuntive». Le aziende dovranno assicurare un organico adeguato alle attività da svolgere e dedicato alla sede carente, anche nele zone disagiate. Se per quella sede non si riusciranno a reperire professionisti, le aziende potranno assumere il personale necessario presso la struttura di riferimento territoriale e gestire quella periferica disagiata inviando i professionisti con le incentivazioni di cui si è detto sopra.

Le tre grandi aziende di nuova costituzione dovranno provvedere, entro due mesi dall'adozione delle linee di indirizzo, a effettuare un'analisi ricognitiva dei dirigenti che abbiano interesse a spostarsi tra le arie territoriali delle vecchie Asl, confluite ora nella grande azienda. Questa analisi dovrà essere effettuata con cadenza almeno biennale, con l'obiettivo di favorire le richieste di mobilità manifestate dai dirigenti e di dare priorità agli spostamenti interni rispetto alle nuove assunzioni.

Per favorire la mobilità dei dirigenti, alle aziende viene data indicazione di orientarsi verso la concessione del nulla osta, magari concordando con l'altra amministrazione interessata una data del trasferimento compatibile con i tempi delle procedure di sostituzione (nel caso che la sostituzione del dirigente risulti necessaria).


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