Aziende e regioni

Screening neonatale, ecco la ripartizione di 25 milioni per le patologie metaboliche ereditarie

di Er.Di.

E’ stato sottoposto all’esame della Conferenza Stato Regioni la proposta di ripartizione per gli anni 2014, 2015 e 2016 della quota destinata al finanziamento in via sperimentale dello screening neonatale per la diagnosi precoce di patologie metaboliche ereditarie. Si tratta di un fondo di 25 milioni, suddivisi in 5 milioni per il 2014, 10 per il 2015 e 10 per il 2016.

La somma è ripartita tra le Regioni in relazione al numero medio annuo di nati dell’ultimo quinquennio.

Dal 16 novembre 2016 è entrato in vigore il Decreto ministeriale 13 ottobre 2016 con le “Disposizioni per l'avvio dello screening neonatale per la diagnosi precoce di malattie metaboliche ereditarie”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 267 del 15-11-2016), che consente di dare avvio allo screening neonatale esteso su tutto il territorio nazionale, con modalità uniformi, e di trasferire alle regioni 25 milioni di euro del fondo sanitario nazionale vincolati per tale finalità.
Lo screening neonatale rappresenta uno degli strumenti più avanzati della pediatria preventiva e consente di ottenere, attraverso il prelievo di alcune gocce di sangue del neonato che vengono versate su un apposito cartoncino, di individuare in modo precoce e tempestivo i soggetti a rischio per alcune malattie congenite per le quali sono disponibili trattamenti e terapie in grado di modificare la storia naturale della malattia.
Il Decreto contiene indicazioni su: la lista delle patologie, l'informativa e il consenso, le modalità di raccolta e invio dei campioni, il sistema di screening neonatale con gli elementi della sua organizzazione, regionale o interregionale, deputata a garantire l'intero percorso dello screening neonatale dal test di I livello alla presa in carico del neonato confermato positivo, le modalità di comunicazione e richiamo per la conferma diagnostica e la presa in carico del paziente, le iniziative di formazione e informazione nonché i criteri per la ripartizione dello stanziamento.
In tal modo si assicura la massima uniformità nell'applicazione della diagnosi precoce neonatale sul territorio nazionale, anche per garantire idonei standard qualitativi, ridurre il numero di richiami dei nati esaminati, ottimizzare i tempi di intervento per la presa in carico clinica e favorire l'uso efficiente delle risorse su adeguati bacini di utenza, anche tramite appositi accordi interregionali.


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