Aziende e regioni

Piemonte: arriva in Giunta il piano per il governo delle liste d’attesa

di Emiliano Calabrese

Dopo la condivisione in Giunta l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta, insieme al suo direttore Renato Botti, ha presentato ai vari stakeholder del sistema sanitario regionale il piano per il governo delle liste d'attesa.
Si tratta di un documento che intende mettere al centro le esigenze del cittadino con l'obiettivo di dare una risposta efficace al fabbisogno di prestazioni attraverso l'attuazione, in una logica sistemica, di differenti strumenti normativi e organizzativi quali il Dpcm di aggiornamento dei Lea - di prossima pubblicazione in Gazzetta - il Piano Nazionale delle Cronicità, il Cup unico Regionale e la ricetta dematerializzata.

L'attuazione del piano prevede quale primo step la condivisione dello stesso con tutti gli attori coinvolti nel Ssr a partire dalle associazioni dei cittadini fino agli erogatori privati. Questi ultimi avranno 20 giorni di tempo per presentare le loro osservazioni. Ne serviranno di più (120) per la definizione del bacino territoriale di competenza entro il quale saranno erogate le prestazioni sulla base della loro complessità.
Questo significa che per la bassa e media complessità saranno le aree distrettuali a prendersi carico del paziente e, mano a mano che aumenta il livello di complessità, si amplia il bacino entro il quale ottenere le prestazioni fino a giungere ad un livello regionale o sovra-regionale (vedi il caso dell'adroterapia).
Altro elemento di novità è rappresentato dall'individuazione del responsabile delle liste d'attesa all'interno delle aziende territoriali. Spetterà ai vari direttori sanitari ricoprire questo delicato compito. Inoltre è prevista la separazione tra i primi accessi e la presa in carico delle cronicità sul modello della regione Toscana (modello open access).

Risorse da intramoenia
L'assessore ha tenuto a precisare che per la realizzazione del piano saranno messe a disposizione tutte le risorse provenienti dall'attività intramoenia. Si tratta del 5% del compenso per attività libero professionale che, come previsto dalla Legge 189/2012, viene trattenuto dalle aziende ai propri medici che hanno optato per il rapporto di esclusività con il sistema sanitario nazionale. Si tratta di una cifra che potrebbe valere qualche milione di euro l'anno. Inoltre, qualora non fosse sufficiente, eventualità che il coordinatore politico delle regioni in commissione salute sembra aver messo in conto, le aziende, nel presentare alla regione i vari piani per il governo delle liste d'attesa “locale”, potranno manifestare l'eventuale richiesta di ampliamento del budget a disposizione. È questa, infatti, la via per la quale potrebbero ottenere le risorse necessarie per affrontare le maggiori spese derivanti sia da un uso più intensivo delle attrezzature che della remunerazione ai singoli professionisti disponibili all'allungamento dell'orario pur nel rispetto della Direttiva EU riguardo il tempo massimo di lavoro settimanale.
Insomma, con questo documento il Piemonte prova a dare una risposta concreta a un problema, quello delle liste d'attesa, che si protrae ormai da molti anni. Ora non resta che aspettare, a partire dalle osservazioni che certamente non mancheranno anche da parte delle opposizioni in consiglio regionale, per comprendere l'impatto della normativa rispetto alle reali esigenze dei cittadini/pazienti.


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