Aziende e regioni

Fisica medica, ben vengano i nuovi macchinari ma vanno potenziati gli organici

di Luciano Iadanza (Fisico medico - Coordinatore regionale A.I.F.M.Campania e Basilicata)

Il 22 febbraio il Senato ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto legge recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno. In particolare è stato approvato lo stanziamento - in tutto 100 mln - per l'ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione nelle regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Lo sviluppo tecnologico, in campo medico soprattutto, ha portato, negli ultimi decenni, a notevoli miglioramenti anche nel trattamento e nella cura dei tumori. La notizia dello stanziamento di fondi per il Mezzogiorno d'Italia a tal fine non può che essere accolta con grande piacere da tutti i professionisti operanti in tale campo. Tutte le apparecchiature, però, soprattutto le più sofisticate, hanno bisogno di essere adoperate e controllate periodicamente, con estrema attenzione. Il compito e la responsabilità di assicurarsi che ciò sia fatto, spetta ad una figura professionale: il fisico medico.
Il lavoro del fisico medico consiste, almeno per quel che riguarda la Radioterapia, nell'effettuare piani di cura per il trattamento dei tumori, in completa sinergia con il medico Radioterapista, e nell'assicurarsi che le apparecchiature funzionino sempre in maniera corretta, erogando sempre la quantità di radiazioni richiesta, per il trattamento del tumore, nel modo corretto. Apparecchiature tecnologicamente avanzate necessitano, quindi, di controlli sempre più accurati e frequenti e, i piani di cura elaborati per queste apparecchiature sono sempre più sofisticati e dispendiosi, in termini di tempo e lavoro.
La situazione della Fisica medica nel Mezzogiorno, ed in Campania in modo particolare, è molto difficile. Si ha un sottodimensionamento nell'organico in tutte le strutture presenti sul territorio (basti pensare che in tutta la Campania ci sono meno Fisici Medici di quanti ce ne siano nella sola città di Milano). Ancora per rafforzare il confronto numerico, mentre nelle regioni “definite virtuose” nel campo della sanità (Emilia Romagna, Toscana e Lombardia) abbiamo un numero di fisici medici impiegato di 17 fisici/milione di abitanti, in Campania, fanalino di coda dell'Italia in questa classifica, abbiamo 3.6 fisici medici per milione di abitanti.
Negli ultimi anni, sempre in Campania, c'è stato un notevole investimento in sviluppo tecnologico, anche grazie all'utilizzo dei fondi europei. Negli ospedali di quasi tutte le province della Regione, sono state acquistate apparecchiature di ultimissima generazione. Non si può credere, però, che il personale attualmente in servizio, possa gestire una situazione che diventerebbe ulteriormente critica. Si deve pensare necessariamente a potenziare, di pari passo con la dotazione di apparecchiature, anche le piante organiche dei vari ospedali.
L'Associazione Italiana di Fisica Medica (A.I.F.M.) ha preparato e inviato in Regione più di una relazione in cui si evidenziano tutte le criticità e si propongono delle soluzioni innovative anche di tipo organizzativo. Lo scorso anno, ad esempio, sono stati spesi dalle Asl e dai Presidi ospedalieri in tutta la Regione più di cinquecentomila euro in consulenze per ottenere servizi di Radioprotezione e Fisica Sanitaria. Si potrebbero razionalizzare le spese, utilizzando anche solo parte di tali fondi per assumere altri fisici medici in modo che ogni struttura possa avere al proprio interno le figure professionali delegate a tali servizi (anche perché in molti casi il Fisico Medico ha anche il titolo di Esperto Qualificato e può occuparsi anche di radioprotezione), in numero sufficiente. Ciò, naturalmente, anche con vantaggi in termini occupazionali. L'A.I.F.M. chiederà un incontro al Commissario alla Sanità ed al Governatore della Regione per poterne discutere insieme. Considerata la sensibilità che entrambi hanno dimostrato nel voler risolvere le problematiche legate alla Sanità campana (non ultima la piaga della migrazione sanitaria, con tutte le conseguenze economiche ma soprattutto di disagio che essa comporta), l'associazione è assolutamente convinta di una risposta positiva.


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