Aziende e regioni

Campania: il Consiglio dei ministri impugna la legge di bilancio

La mazzata arriva alle dieci del mattino, al termine di un Consiglio dei ministri lampo: il governo ha impugnato il bilancio di previsione triennale della Regione Campania in quanto, si legge da Palazzo Chigi, «determina un contrasto con l'art. 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, che riserva la materia riguardante l'armonizzazione dei bilanci pubblici alla competenza legislativa statale».

Questi i fatti: la Campania, dopo i rilievi della Corte dei Conti sul bilancio del 2013, apprende nel 2016 di dover ripianare un debito da 1,3 miliardi di euro. Un colpo di cui de Luca si lamenta nei mesi scorsi più volte ricordando che arriva dalle precedenti amministrazioni regionali, visto che lui si è insediato nel 2015.

Palazzo Santa Lucia corre ai ripari e spalma il debito su 30 anni. Tutto ok, ma una parte di questo debito, 400 milioni di euro, per la ragioneria dello Stato non può essere pagato in tempi così lunghi ma in tre anni.

Una botta fortissima che porta l'assessore al bilancio della Regione Campania, Lidia D'Alessio, a commentare: «Se vogliono davvero 400 milioni di euro in tre anni gli restituiamo le chiavi della Regione». Il pagamento sarebbe insostenibile per una Regione che sta già cercando di recuperare il debito della sanità, avviando il turn over, e impegnando centinaia di milioni sui trasporti pubblici. D'Alessio spiega che «i 400 milioni sono costituiti da una mancata operazione di pulizia del bilancio, in cui, ad esempio, erano inseriti crediti di anni passati ormai non più riscuotibili. Il problema è che la la Corte dei Conti ha certificato solo quest'anno quei debiti. Se avesse apposto il proprio timbro tre anni fa sarebbe stato diverso».

Ma non solo perché la Corte dei Conti sta esaminando anche il bilancio 2014 e potrebbero esserci altre sorprese. In realtà c'è ora in ballo una trattativa in un tavolo tecnico che sarà convocato a breve a Roma tra Regione e Governo. I ministri Claudio De Vincenti ed Enrico Costa, titolari rispettivamente della coesione Territoriale e degli Affari Regionali, precisano infatti che l'impugnazione è arrivata «in via cautelativa e vista l'imminente scadenza dei termini», riservandosi di adottare eventuali ulteriori decisioni, tra le quali l'eventuale rinuncia all'impugnativa, a seguito di specifici approfondimenti da compiere con il supporto dell'Avvocatura Generale dello Stato».
Parole che portano un certo ottimismo nel commento del governatore Vincenzo de Luca: «Stiamo un po' litigando con il governo sulla nostra richiesta di spalmare in trent'anni i debiti che abbiamo ereditato, perché sarebbe paradossale se dovessimo pagare noi oggi i disastri di decenni di cattiva amministrazione. Non ci sono problemi; abbiamo già concordato con De Vincenti questa linea, è un modo per arrivare a una soluzione definitiva valorizzando il lavoro di ripulitura del bilancio che stiamo attuando».


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