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Autismo, un modello di counseling territoriale

di Lucio Moderato (direttore dei Servizi Innovativi per l'autismo di Fondazione Sacra Famiglia)

In questi ultimi anni le conoscenze sull'autismo sono aumentate e si sono consolidate e oggi non possono più essere ignorate se si vogliono offrire servizi efficaci in grado di migliorare la qualità della vita delle persone con autismo.
Le descrizioni e le analisi della sindrome autistica degli ultimi vent'anni precisano meglio alcuni aspetti clinici: ad esempio lo sviluppo apparentemente normale nei primi mesi, la mancanza della “teoria della mente”, vale a dire comprendere e interpretare le intenzioni di altri interlocutori, la mancanza del contatto oculare, l'uso stereotipato dei giocattoli, l'incapacità a creare giochi basati sull'immaginazione, il fascino per l'acqua e per gli oggetti in movimento, soprattutto rotatorio e circolare, l'ostinazione nel mantenere l'ambiente immodificato, la grave alterazione del linguaggio, l'autolesionismo, le stereotipie motorie e, spesso, la coesistenza di affezioni di chiara pertinenza neurologica come l'epilessia e sovente un certo grado di impaccio motorio globale.
L'autismo ha quindi una complessità tale che necessita di essere affrontata con strumenti opportuni e appropriati di carattere psico-educativo più che terapeutico.
Il Servizio di Counseling Territoriale per l'Autismo di Fondazione Istituto Sacra Famiglia risponde ai bisogni delle persone con sindrome dello spettro autistico attraverso interventi che favoriscono il miglior adattamento possibile della persona al suo ambiente, grazie a procedure di abilitazione, anche all'interno dei normali contesti di vita, secondo il modello Natural Environment Treatment/Superability.

Nel 2016 circa 250 persone, di età compresa tra i 3 e i 49 anni, hanno avuto accesso al counseling e sono stati oltre 1500 gli interventi ambulatoriali e domiciliari.
Il servizio, in particolare, ha proposto diversi livelli di intervento con l'obiettivo di promuovere l'informazione, l'orientamento e l'accompagnamento della famiglia e delle persone con disabilità e disturbi generalizzati dello sviluppo; garantire consulenza alle famiglie e agli operatori della rete dei servizi territoriali, sociali, educativi didattici e socio sanitari; proporre programmi di “family training” a sostegno delle relazioni familiari attuati in ambito domiciliare, ma anche interventi di supporto psicoeducativo rivolto ai genitori e alla famiglia allargata (fratelli, nonni, amici).
La predisposizione, poi, di interventi abilitativi-educativi attraverso training personalizzati, congiuntamente all'utilizzo di tecniche e strategie psico-educative strutturate, hanno permesso la costituzione di adeguate situazioni di generalizzazione, volte all'immissione del soggetto in vari contesti e la sperimentazione di abilità apprese durante i training. Infine, tra le attività promosse dal counseling, giocano un ruolo rilevante gli interventi abilitativi/lavorativi - finalizzati all'acquisizione di autonomie spendibili in ambito occupazionale - e gli interventi per la gestione del comportamento disadattivo rivolti non solo ai pazienti, ma anche alle loro famiglie.

Il counseling ha avuto effetti positivi sulle persone affette da autismo. Infatti, dal confronto dei dati iniziali con le valutazioni compiute a distanza di tempo (da un minimo di 6 a un massimo di 12 mesi dall'inizio del programma), abbiamo potuto constatare un miglioramento positivo nelle diverse aree di sviluppo. Non solo, ma il questionario di valutazione dell'impatto sociale generato, ci ha permesso di rilevare i giudizi delle famiglie prese in carico dal Servizio e scoprire un netto miglioramento della qualità delle loro vite: infatti, tutte le famiglie intervistate dichiarano di aver ottenuto un cambiamento positivo. In particolare, la presenza di un educatore in famiglia si è rivelata fonte di accresciuta serenità ed equilibrio, oltre che di considerevoli progressi nel comportamento dei pazienti (i figli, nella maggior parte dei casi).
Nello specifico, il 77% delle famiglie intervistate sostiene di aver ottenuto un risparmio in termini di tempo per poter svolgere le proprie attività quotidiane, riprendendo a lavorare o aumentando l'orario lavorativo con un maggiore rendimento.
Il 33% ha anche dichiarato di aver ottenuto un risparmio economico dovuto alla riduzione degli interventi a pagamento, ma i benefici più evidenti si sono riscontrati nel maggiore benessere psico-fisico diretto generato dal supporto del Counseling per l'autismo.
Da ultimo, grazie all'impatto positivo del progetto, il 65% delle famiglie si è detta felice di aver raggiunto una maggiore serenità e libertà oraria, con più tempo a disposizione da dedicare ai propri cari o ad interessi personali.


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