Aziende e regioni

Prevenzione, serve una svolta: in gioco c’è la sostenibilità

di Alessandro Solipaca (direttore scientifico dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane)

Invecchiamento e aumento della sopravvivenza sono due facce della stessa medaglia. Il tormentone di un Paese sempre più vecchio si rinnova ogni anno, in ogni dibattito, tavola rotonda o rapporto. Così come il tema della sostenibilità economica del nostro Servizio sanitario nazionale. Tutti questi temi sono legati tra loro a filo doppio, non si può trattarne uno senza coinvolgere l'altro.
Complice l'invecchiamento e l'aumento della sopravvivenza, grazie all'efficacia delle cure, ci troviamo un quadro caratterizzato da un sensibile aumento delle persone che soffrono di patologie croniche e di pazienti in cura perché affette da tumore. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Osservasalute 2016 che testimoniano un crescente aumento della pressione sul Ssn. Nel 2016 il 39,1% degli italiani è affetto da almeno una malattia cronica, tale quota nel 2013 rappresentava circa il 38%. In altre parole, 23 milioni e 600 mila persone hanno bisogno di cure quotidiane, circa 600 mila in più rispetto al 2013. La patologia più frequente è l'ipertensione arteriosa che, nel periodo 2011-2015, sperimenta un trend crescente: dal 27,5% del 2011 al 28,8% del 2015. L'ipertensione è una patologia ad alto consumo, nel 2015, secondo i Medici di medicina generale, ha assorbito il 67,4% di tutte le prescrizioni farmaceutiche a carico del Ssn, il 50,9% delle richieste di visite specialistiche e il 49,7% degli accertamenti. In aumento anche i disturbi tiroidei (con l'eccezione dei tumori tiroidei) che colpiscono il 14,3% della popolazione, con un incremento di 2,6 punti percentuali rispetto al 2011. Anche in questo caso il costo delle cure per il SSN è elevato, si prescrivono a questi pazienti il 25,3% delle prescrizioni farmaceutiche, il 25,9% delle richieste di visite specialistiche e il 25,4% delle richieste di accertamenti. Stabile, ma sempre ad alto rischio di complicanze, di costi sociali e di elevati costi assistenziale il diabete mellito tipo 2. Si tratta di una patologia che interessa il 7,5% della popolazione, cresce con l'età e raggiunge un picco (23,0%) nella fascia di età 80-84 anni. I pazienti affetti da diabete assorbono il 24,3% delle prescrizioni farmaceutiche, il 18,0% delle richieste di visite specialistiche e il 17,3% delle richieste di accertamenti. In generale, nel nostro Paese cresce l'esercito di coloro che ha contemporaneamente più cronicità e prende molte medicine, un contingente che nel 2015 ammonta al 23,7% 2 punti percentuali in più rispetto al 2011.
La scarsa prevenzione da un lato e l'aumento della sopravvivenza stanno causando un sensibile aumento della prevalenza di alcuni tumori prevenibili. I dati presenti nel Rapporto Osservasalute 2016 testimoniano un aumento delle persone affette da tumore al polmone, nel 2015 si stimano circa 70.300 malati tra gli uomini e oltre 31.300 tra le donne, con un aumento, rispetto ai 5 anni precedenti, molto più accentuato nelle donne (+32%) che negli uomini (+10%). Un'altra patologia a palesare preoccupanti segnali di crescita è il tumore al colon-retto che si conferma una delle patologie oncologiche più frequenti nella popolazione. Nel 2015 ne sono affetti circa 230 mila uomini e oltre 192 mila donne, in crescita, rispetto al 2010, del 26% tra gli uomini e del 19% tra le donne. In crescita anche le donne con un tumore alla mammella, stimate in circa 715 mila unità nel 2015, con un incremento del 23% rispetto al 2010.
Il quadro che si sta prospettando suggerisce un cambio di passo delle politiche di prevenzione, poiché la sostenibilità della salute dei prossimi anni si gioca sulla capacità di resilienza con azioni proattive delle Istituzioni e dei cittadini in termini di promozione di stili di vita salutari e di prevenzione di secondo livello.
Purtroppo, la storia degli ultimi anni non suscita ottimismo, visto che nel 2015 il 35,3%, è in sovrappeso, mentre poco più di una persona su 10 è obesa. Complessivamente, il 45,1% dei soggetti adulti è in eccesso ponderale.
Ancora troppo elevata tra gli uomini la prevalenza di consumatori a rischio di alcol, nel 2015 è pari al 23,0%, preoccupante l'aumento di quasi un punto percentuale tra le donne, con una prevalenza che raggiunge il 9,0%. In prospettiva, ancora più allarmante la prevalenza di consumatori a rischio tra i giovanissimi (11-17 anni), tra i quali la quota di coloro che consuma alcol si attesta al 19,0%, sale al 22,4% tra i maschi e tra le ragazze è pari al 15,6%.
Riguardo alla prevenzione di secondo livello, le dinamiche osservate non sono positive, nell'arco temporale 2013-2015 si evidenzia una modesta, ma progressiva, riduzione della copertura vaccinale per le vaccinazioni obbligatorie. Stesso trend in calo per le vaccinazioni raccomandate in diminuzione del 5,6%. Tra gli anziani ultra 65enni, la copertura antinfluenzale dal 2005-2006 al 2015-2016 è in calo del 21,9%. Infine, il dato sugli screening per il tumore alla mammella è ancora insoddisfacente, visto che solo il 52% delle donne aderisce ai programmi offerti dalle Asl, alle quali si aggiunge il 19% di donne che lo fa su iniziativa spontanea.
Questo panorama non è di buon auspicio sia per la sostenibilità futura della salute sia per la sostenibilità economica del Ssn. Oggi la spesa sanitaria pubblica sul Pil è 6,8%, la Ragioneria Generale dello Stato stima che l'incidenza della spesa pubblica sul PIL, nel 2025, sarà pari a circa il 7,2% (circa 120 mld di oggi). La domanda che si pone è: il sistema di welfare sarà in grado di sostenere questo peso, vista la quota enorme che sostiene per la previdenza e l'elevata pressione fiscale che caratterizza il nostro Paese?


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