Aziende e regioni

Blitz dei Nas sui farmaci/Cgil: la corruzione in sanità colpisce diritto a salute

«L’arresto da parte dei Nas di Parma di decine tra medici e imprenditori del settore farmaceutico e di quello dei dispositivi medici in diverse regioni italiane, accusati di far parte di un sistema di corruzione e riciclaggio, è una ferita al cuore del nostro Servizio sanitario nazionale». Lo affermano i segretari confederali della Cgil Rossana Dettori e Giuseppe Massafra, con deleghe alla sanità e alla legalità.
«Le accuse mosse - sottolineano - tra cui quella davvero infamante di aver lucrato sui farmaci per i malati terminali, persino nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica, rappresentano un'altra dolorosa notizia in aggiunta alle tante che quotidianamente ci raccontano di fenomeni ormai endemici di corruzione». Dettori e Massafra spiegano che in questa circostanza «viene colpito il diritto alla salute e alle cure di tutti, si rubano fondi destinati ai servizi, all'acquisto di medicinali, all'assistenza e si causano gravi danni economici al Paese e alla collettività. Inoltre - aggiungono - si offendono i tanti operatori che ogni giorno si dedicano con serietà a curare e assistere gli ammalati».
Per i segretari confederali della Cgil «spetta alla magistratura accertare i fatti e, se le accuse saranno confermate, punire i colpevoli”, ma “accanto al lavoro della magistratura, per combattere l'illegalità e per il successo delle politiche anticorruzione è fondamentale il ruolo straordinario e prezioso, troppo spesso disconosciuto dalla politica, della società civile, associazioni, sindacati e imprese».
Dettori e Massafra sottolineano che «corruzione e sistema mafioso si combattono se il Paese è capace di prevenire i fenomeni, ricreando anticorpi sociali, ricostruendo relazioni e unità fra le rappresentanze della società civile, in primo luogo del lavoro, e le istituzioni. Prevenire vuol dire, ad esempio, riprendere il cammino dei 'Piani Anticorruzione', troppo disinvoltamente abbandonato dalla politica e dalle istituzioni e talvolta relegato a mero esercizio burocratico».
«La Cgil nel denunciare questo abbandono - concludono i dirigenti sindacali - rinnova il suo impegno costruttivo sul versante della lotta alla corruzione, e invita Anac e Governo a riprendere un confronto per unire le forze e migliorare le azioni di prevenzione».


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