Aziende e regioni

Gioco patologico, prime leggi regionali contro l’azzardo

A dicembre si riunito l'Osservatorio Nazionale gioco d'Azzardo che ha esaminato i Piani d'Azione presentati dalle regioni in materia di Gioco d'Azzardo Patologico. Basilicata insieme all'Emilia-Romagna, all'Umbria e al Friuli Venezia Giulia, sono tra le regioni che hanno già predisposto dei loro percorsi legislativi.
Secondo un'indagine pubblicata di recente le regioni che hanno più investimenti privati in slot sono Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Campania.
La regione Basilicata spiega inoltre che il Piano presentato “è stato predisposto in coerenza con gli indirizzi della programmazione generale di cui al Piano d'Azione Nazionale GAP 2013-2015 (redatto dal Dipartimento Antidroga della Presidenza del consiglio dei Ministri) ed è stato elaborato secondo lo schema adottato per il Piano Nazionale della Prevenzione.
Attraverso il Piano la Regione Basilicata recepisce i principi del Piano Nazionale, si impegna a conseguire gli obiettivi prefissati e a porre in essere le necessarie attività, in collaborazione con tutti gli attori (pubblici-Aziende sanitari e privati – Comunità terapeutiche e associazioni) che a vario titolo sono impegnati nella prevenzione e nel contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e del fenomeno della dipendenza grave.

La Basilicata si è dotata, inoltre, di un'apposita Legge la n. 30 del 27 ottobre 2014, “Misure per il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (G.A.P.)” - per la prevenzione, la riduzione del rischio e il contrasto della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico (GAP) nonché per la cura e la riabilitazione delle persone affette da tale patologia. Ai fini del perseguimento dei suddetti obiettivi la Regione si avvale della collaborazione degli Enti locali, delle istituzioni scolastiche, degli Enti o Aziende del servizio sanitario regionale, delle associazioni riconosciute e degli enti o aziende, pubbliche o private, operanti nella lotta alle dipendenze del gioco di azzardo”.
L'assessore della Regione Umbria alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, ha sottolineato come “l'Umbria è tra le quattro regioni italiane il cui Piano regionale contro la ludopatia è stato promosso integralmente dall'Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo, dopo la sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso del Codacons, aveva annullato il provvedimento con cui il Ministero della Salute aveva approvato tali strumenti di programmazione regionale, bloccando anche la possibilità di utilizzare i fondi statali assegnati”.
Per l'Emilia Romagna l'assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, che in un'informativa ai consiglieri ha illustrato le azioni messe in campo: “Come dicono i numeri, le caratteristiche dei consumi e dei consumatori negli anni sono cambiate e hanno richiesto, da parte nostra, la capacità di fornire risposte adeguate al cambiamento - ha sottolineato Venturi -. Proprio per far fronte a queste nuove complessità, nel 2016 abbiamo approvato il nuovo ‘Programma regionale per le dipendenze patologiche'. Uno strumento che, oltre a confermare le azioni già adottate per la prevenzione, il trattamento delle persone con dipendenza, la riduzione dei rischi correlati all'uso e la riduzione del danno, mette in campo percorsi differenziati per popolazione e tipo di dipendenza. Fondamentale- ha aggiunto l'assessore- è il lavoro di rete tra le istituzioni e il territorio, che nel tempo abbiamo rafforzato e diversificato, senza mai abbassare la guardia su un problema, quello delle dipendenze, che non guarda in faccia nessuno e negli anni è aumentato”.


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