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Gli esperti: influenza aggressiva, ma non pericolosa

di Lucilla Vazza (da www.ilsole24ore.com)

È la più aggressiva degli ultimi anni, l’influenza 2018 picchia duro e già 700mila italiani sono a letto. E il numero è destinato a salire ad almeno 5 milioni. E il contatore è destinato a salire ad almeno 5 milioni. Tuttavia, come chiarisce l’esperto dell’Iss, Gianni Rezza, il picco sarà anticipato rispetto a qualche anno fa e dunque i numeri sono destinati a impennarsi nelle prossime giornate. Ma con le giuste accortezze, non sarà particolarmente difficile contenere i sintomi e passare indenni questo periodo critico. La febbre si dovrà tenere sotto controllo con il paracetamolo, mentre per gli altri sintomi come muco e mal di gola, è sempre bene rivolgersi al medico. Vietato il fai-da-te rispetto agli antibiotici: «Solo in una percentuale bassa di casi è necessaria la cur antibiotica, che però va decisa dal medico. Mai decidere da soli quando utilizzarli. L’antobioticoresistenza è un dramma che colpisce i soggetti più deboli», è il consiglio di Rezza».

«I soggetti più a rischio sono gli anziani e i bambini », spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e direttore sanitario del Galeazzi che raccomanda: «Per difenderci dal rigido clima invernale, anche piccoli accorgimenti possono fare la differenza, ma la migliore forma di prevenzione rimane sempre la vaccinazione».

«Complici le temperature in calo della scorsa settimana, l’influenza - continua Pregliasco - si riconosce perché causa la presenza contemporanea di tre fattori: febbre elevata (più di 38 gradi) a esordio brusco, sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione esecrezione nasale o mal di gola. Questi sintomi perdurano per diversi giorni e, nei soggetti più deboli, possono insorgere gravi complicanze, purtroppo a volte dall'esito addirittura fatale. Per tutte le altre patologie circolanti nei mesi invernali, si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali, ugualmente fastidiose, certo, ma non pericolose come può essere l'influenza per alcune categorie o fasce d'età».
Oltre alla vaccinazione ci sono alcune misure efficaci nel prevenire infezioni di questo tipo: lavarsi frequentemente le mani, coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e tossisce e rimanere a casa nei primi giorni di malattia respiratoria febbrile per non contagiare le persone con cui si viene in contatto. Quest’anno la rete di monitoraggio Influnet evidenzia un maggiore ricorso alle vaccinazioni soprattutto nei cittadini over 65. Il presidente della società scientifica dei medici di famiglia (Simg), Claudio Cricelli ha specificato che l’incremento della domanda e dell'offerta del vaccino si è registrato in tutto il territorio nazionale. L’istituto superiore di sanità, sulla base dei campioni arrivati da tutto il Paese, ha individuato i ceppi virali dell’influenza di quest’anno: nel complesso, dominano i ceppi di tipo B, mentre nell'ambito dei virus A prevalgono i ceppi H1N1.

A ciascuno il suo vaccino
L'influenza è altamente “età-dipendente”: se è vero che il paziente anziano è maggiormente vulnerabile al virus di tipo A, il virus B ha un impatto relativamente maggiore nei bambini e negli adolescenti. Una strategia vaccinale ottimale dovrebbe tener conto di questi aspetti epidemiologici.
«Gli anziani, anche se in buona salute, hanno una ridotta capacità di risposta agli stimoli antigenici ed è quindi importante scegliere per loro un vaccino in grado di potenziare la risposta immunitaria», continua Pregliasco. «Nei vaccini adiuvati, oltre all'antigene, cioè quella sostanza che è propria dei batteri o dei virus verso la quale dobbiamo innescare la difesa, contiene anche altre sostanze adiuvanti, che aiutano il sistema immunitario a reagire in maniera più efficace alla presenza del virus».

Oltre alla vaccinazione ci sono alcune misure efficaci nel prevenire infezioni di questo tipo: lavarsi frequentemente le mani, coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e tossisce e rimanere a casa nei primi giorni di malattia respiratoria febbrile per non contagiare le persone con cui si viene in contatto.


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