Aziende e regioni

Influenza da record, l’Italia si organizza così

di Barbara Gobbi (da www.ilsole24ore.com)

L’influenza di stagione colpisce duro: i dati degli ultimi giorni raccontano di quasi sette milioni di pazienti visitati negli ambulatori dei medici di famiglia - il 30% in più rispetto all'anno passato - e di un +20% di accessi stimati in Pronto soccorso. Con un particolare peso degli ingressi pediatrici, che salirebbero del +15-20 per cento. I dati arrivano dalla Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg) e dalla Simeu, la società scientifica dell’emergenza-urgenza. Che, come ogni anno, tracciano un bilancio del malanno di stagione. Da non sottovalutare: l’influenza è la terza causa di morte tra le malattie infettive e picchia duro soprattutto tra gli anziani, che cumulano il 90% dei decessi. E il virus 2017/2018 è un osso duro, se è vero come spiegano dall'Istituto superiore di sanità (Iss) che stiamo assistendo al picco più alto mai registrato dal 2009 a oggi.

L’importanza delle vaccinazioni. Quando il virus attacca, ciò che conta è soprattutto offrire risposte adeguate. Quelle che poi sono determinanti nel decidere il decorso della malattia, a casa o - nelle situazioni più complesse - in ospedale. «L'influenza non sta colpendo allo stesso modo in tutte le Regioni italiane - afferma Silvestro Scotti, il segretario nazionale della Fimmg -: i risultati migliori si stanno registrando nelle realtà in cui si punta sull'organizzazione complessa della medicina generale e dove si agisce d'anticipo, facendo leva sulla prevenzione».
Vaccinarsi è il primo strumento per proteggersi ed evitare complicanze e i medici di base non si stancano di ripetere l’invito alla profilassi, tra ottobre e dicembre di ogni anno (ma i ritardatari sono ancora in tempo): quest’anno sono cresciute le adesioni tra la popolazione anziana ma la percentuale, denunciano gli Mmg, è ancora bassa. Il nuovo Piano nazionale vaccini ha obiettivi decisamente ambiziosi, rispetto al target centrato fino a oggi, che per gli “over 65” nel 2015 non raggiungeva neanche il 50% della copertura: prevede infatti una copertura minima del 75% per la popolazione generale e del 95% come obiettivo ottimale, negli ultra-65enni e nei gruppi a rischio inclusi nei Livelli essenziali di assistenza.

Le risposte delle Regioni. Molte Regioni hanno messo in campo piani straordinari d'azione contro l'epidemia. Che nelle realtà con un'alta prevalenza di popolazione anziana, è stata assimilata addirittura a un rischio-pandemia. In Liguria, la Regione “più anziana” d'Italia, si sono raggiunti i 15 casi ogni 1.000 abitanti. Il mix d'interventi prevede la doppia regia ospedale-territorio. Anche perché l'aumento di accessi in Pronto soccorso registrato nei giorni scorsi riguarda codici bianchi e verdi (i meno gravi), mentre gialli e verdi sono stazionari. «L'aumento - ha spiegato l'assessora alla Salute e vicepresidente della Regione, Sonia Viale - è riconducibile direttamente all'epidemia influenzale. E il sistema ha retto bene a un colpo davvero forte, un picco arrivato in anticipo rispetto a quello della stagione passata». In Liguria, dove soltanto al Policlinico San Martino si sono superati i 300 accessi in un giorno - grazie all'accordo con i medici di medicina generale e all'incremento del servizio di guardia medica, nei Pronto soccorso sono stati aperti ambulatori dedicati,
che hanno consentito ai codici bianchi di essere esaminati quasi in tempo reale.
In Puglia è stato diffuso un piccolo vademecum e nella Provincia autonoma di Bolzano sono stati aggiornati i gruppi a rischio per i quali dovrà essere gratuita la somministrazione dei vaccini.

Le contromisure lombarde e il rilancio del Lazio. La Lombardia ha messo in atto una serie di iniziative che coinvolgono i medici di medicina generale e le Asst per tamponare il fenomeno sovraffollamento nei Ps, che nelle scorse settimane aveva già interessato la maggior parte delle strutture: il 41% dei pronto soccorso generali e il 100% di quelli pediatrici, con picchi superiori ai 12mila accessi. A spiegare il “piano”, l’assessore al Welfare, Giulio Gallera: «Attraverso le Ats, soprattutto quelle interessate da maggiori afflussi come Varese e Milano, abbiamo sensibilizzato i Mmg per favorire le visite domiciliari e le Asst affinché applichino tutte le misure previste dai piani di gestione del sovraffollamento, anche attraverso il blocco o il differimento di ricoveri elettivi, per interventi chirurgici di programmazione ordinaria. Azioni che in Lombardia si aggiungono allo stanziamento di 4 milioni di euro per potenziare i posti letti nei Dea e nell'Emergenza ad alta specialità».
Il Lazio, storicamente messo in ginocchio dal picco influenzale, quest’anno è tra le Regioni più colpite d'Italia, con un’incidenza di 14 casi ogni mille assistiti. La risposta messa in campo - ha spiegato il governatore Nicola Zingaretti - ha consentito però di gestire l’emergenza: dalla Regione è arrivato l'invito a tutte le strutture a dimettere i pazienti 7 giorni su 7, compresi sabato e domenica; l’apertura di 29 ambulatori medici di famiglia il sabato e la domenica, compresi i giorni festivi; l'apertura di tre presidi per i pediatri di libera scelta il sabato, la domenica e i giorni festivi; l'accordo con tutte le strutture private per la gestione dei trasferimenti.


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