Aziende e regioni

La nuova governance di Fiaso/Fnopi: più sinergie e mettere il territorio al centro dell'attenzione

di Barbara Mangiacavalli (presidente Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche)

Il principio di una nuova governance del sistema sanitario è anche uno dei nostri principali cavalli di battaglia. Proprio nel senso che si modelli sulla complessità dei processi non solo gestionali, ma anche clinici e assistenziali. Trovo condivisibile l’idea Fiaso di affiancare al direttore generale strutture di condivisione e collegialità: non ultimo nel nostro recente Congresso nazionale ho affermato che gli infermieri sono pronti e chiedono di lavorare a fianco delle altre professioni. Il nostro principio è credere nella forza della relazione, dell’ascolto, dell’inclusione, dall’autorevolezza che vince sull’autorità. Crediamo in un gruppo allargato, partecipato, che lasci spazio ad autonomie di pensiero e di cultura perché il rispetto della persona parte anche da questo. E che questo possa accadere anche al vertice delle aziende, quindi, non può altro che trovarci d’accordo.

I quadri intermedi sono un motore per le aziende sanitarie anche perché rappresentano il momento vero di rapporto diretto tra management e personale operativo sul campo. In un certo senso già oggi i nostri professionisti che ricoprono incarichi di responsabilità come ad esempio i dirigenti Sitra (Servizio infermieristico, tecnico e riabilitativo aziendale) sono il vero anello di congiunzione tra management aziendale e forza lavoro.
Abbiamo esempi in aziende ospedaliere illustri, dove proprio queste figure hanno assunto un ruolo determinate non solo nella gestione e nell’organizzazione dei servizi assistenziali, ma lavorando anche nella funzione di controllo e coordinamento di budget aziendali e di coordinamento allargato rispetto alla funzione di responsabilità del personale.
Oggi per poter dire di lavorare veramente in sinergia tra professionisti e tra questi e il management aziendale è necessario prevedere non più il modello rappresentato dall’ospedale da una parte e dal territorio dall’altra, dove spesso c’è il vuoto rispetto a un’assistenza necessaria per le nuove cronicità, per l’innalzamento dell’età e per la non autosufficienza. C’è bisogno di continuità vera.

Pochi giorni fa, ad esempio, è approdato all’esame della Stato-Regioni un provvedimento sintomatico di questa situazione e che dà alcune soluzioni: quello sulle indicazioni operative per il funzionamento dell’ospedale di comunità. Struttura vicina ai cittadini sul territorio, prevista dal Piano nazionale cronicità, assegna all’infermiere la responsabilità organizzativa e gestionale di ogni singolo modulo e anche quella assistenziale secondo le proprie competenze con una assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica garantita nelle 24 ore.
Questo è un esempio di innovazione clinico assistenziale classico per esaltare il ruolo e le capacità infermieristiche. Ma non è sicuramente l’unico. Secondo Oasi 2017 del Cergas Bocconi, infatti, l’85% delle aziende sanitarie nel privato e i l’84% nel pubblico investe in ruoli dirigenziali per gli infermieri. L’88% delle aziende individua competenze specialistiche distintive per gli infermieri (100% delle private e 85% delle pubbliche). Il 57% delle aziende ha selezionato infermieri in aree di responsabilità organizzativo gestionale “contentibili” con altre professioni (54% delle aziende private e 57% di quelle pubbliche) con compiti che vanno dalla gestione della qualità al risk management, dal bed management all’operation management fino alla conduzione di team multiprofessionali e, nel pubblico, anche incarichi di direzione di unità operative come i consultori e i distretti o anche la direzione sociosanitaria aziendale.
Anche per questo siamo più che d’accordo e in sintonia con il nuovo modello di governance disegnato da Fiaso.


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