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Carenza medici/ In Veneto via al bando per non specializzati in Pronto soccorso

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24 Esclusivo per Sanità24

Si è chiuso in Veneto, con ben 224 domande arrivate, il bando per il reclutamento di giovani medici laureati, abilitati, ma non ancora specializzati, da inserire negli ospedali con un contratto autonomo. Il bando riguarda l’inserimento nell’area Pronto soccorso. Da oggi, come previsto dalle delibere assunte lo scorso agosto per far fronte alla grave carenza di medici, parte quello riservato all’area internistica.
Il percorso formativo che precederà la fase dell’inserimento negli ospedali sarà realizzato in collaborazione e confronto con le Università, partendo da quanto previsto dalle delibere di giunta di agosto, cioè una parte teorica di formazione d’aula e un’attività di tirocinio pratico con tutoraggio.
«L’adesione è stata importante – commenta il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia – il che dimostra quanta voglia di lavorare e di mettersi alla prova ci sia tra i nostri giovani medici, imprigionati nell’assurdità nazionale delle borse di specialità in numero largamente inferiore ai laureati in medicina, elemento questo tra i più determinanti per la ormai emergenziale carenza di medici in tutta Italia (53.000) e in Veneto (almeno 1.300). In questi mesi – aggiunge il Governatore – abbiamo sentito un mare di teorie, ma fatti concreti, nessuno. Il primo e unico è stato il documento del Veneto che tutte le Regioni hanno fatto proprio e approvato, inviandolo già il 26 settembre scorso al Governo e al Ministero della Salute. Come Regione non abbiamo voluto arrenderci all’ineluttabilità di non poter dare ai nostri cittadini tutta l’assistenza di cui hanno bisogno e abbiamo deciso di percorrere questa strada, certamente inedita, certamente coraggiosa, ma altrettanto certamente non campata in aria. Non butteremo mai allo sbaraglio questi ragazzi – aggiunge – ma li inseriremo gradatamente, vicino ai colleghi strutturati, e a occuparsi delle situazioni più semplici, non certo di codici rossi. Abbiamo fiducia nelle nostre Università e siamo certi che, con la preparazione ottenuta, i giovani medici saranno preziosi occupandosi, ad esempio, di codici bianchi o, al massimo, verdi».
«Le 224 domande arrivate – precisa l'assessore Manuela Lanzarin – saranno ora velocemente valutate per verificare i requisiti richiesti. Nel frattempo abbiamo fatto partire il secondo bando, quello per l’inserimento nell’area internistica con 150 posti. Se, come fa intendere l’esito di quello chiuso oggi, anche il prossimo sarà un successo – aggiunge l’Assessore – disporremo di centinaia di forze fresche da inserire nel sistema, garantendo loro un lavoro e un’occasione unica per potersi formare sul campo. È chiaro – dice la Lanzarin – che si tratta di una soluzione di tipo emergenziale ma, come evidenzia bene il documento approvato da tutte le Regioni italiane, la questione ha due facce: quella dell’urgenza e quella della programmazione di prospettiva. L’urgenza è dettata dalla necessità di non chiudere reparti, e questo la Regione Veneto non lo farà mai; la prospettiva è quella di una profonda riforma che snellisca e sburocratizzi l’intero cammino verso l’esercizio della professione medica».


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