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La priorità? Una rivoluzione copernicana che rimetta al centro la salute

di Filomena Gallo * e Marcello Crivellini **

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24 Esclusivo per Sanità24

Oltre a lutti e drammi economici e sociali, l’emergenza Covid-19 offre l’opportunità per ripensare ruolo e organizzazione della sanità italiana e il suo rapporto con la salute e i cittadini. Sinora, nei fatti, si è ritenuto che al centro del “sistema salute” dovesse essere la sanità e che tutto dovesse ruotare attorno ad essa.
In questo sistema tolemaico-sanitario la sanità è ferma e tutto orbita attorno, uniformandosi alle sue esigenze e al suo potere di attrazione. Sanità ferma, a partire dagli ospedali, con pazienti cronici, acuti e disabili, pazienti bisognosi di diagnostica, cittadini sani con esigenze di prevenzione e mantenimento di salute che si muovono intorno a velocità diverse fissate dalla distanza che la sanità ha loro assegnato e che si uniformano all’organizzazione della sanità in termini di orari, spostamenti, attese, informazione e costi.
Sanità concepita a immagine e somiglianza di interessi superiori (interni) cui pazienti e cittadini devono uniformarsi, possibilmente senza discussioni.
Questo sistema è apparso solido e vincente sino a quando un elemento microscopico in pochi mesi e all’improvviso ne ha messo a nudo i tanti aspetti artificiali e innaturali.
Appare necessaria una rivoluzione copernicana in cui al centro del sistema sia posta la salute attorno alla quale far orbitare i pianeti sanità, stile di vita e condizioni socio-economiche (cioè i classici determinanti della salute). Come, infatti, vediamo in questo periodo lo stile di vita e i comportamenti valgono quanto gli strumenti strettamente sanitari (pur importantissimi).
Nel nuovo sistema sono questi nuovi pianeti a doversi uniformare alle esigenze e alla energia del sole-salute.
La sanità statica ha mostrato tutti i suoi limiti, organizzativi ma anche culturali.
In poco tempo e a costi tutto sommato contenuti si è visto che si possono raddoppiare i posti di Terapia intensiva, aumentare tipologie utili di letti o rafforzare strumenti diagnostici. È palese invece la difficoltà di usare lo strumento ospedale in modo proprio: per mancanza di programmazione, di indicazioni rapide regionali e in generale di cultura di salute alcune strutture ospedaliere si sono trasformate in amplificatori di contagio.
È evidente, inoltre, come il sistema sanitario da tempo abbia relegato a un ruolo ancillare la medicina territoriale. Medici di medicina generale (Mmg), consultori, ambulatori, centri extra-ospedalieri sono stati considerati da decenni piccoli satelliti da mantenere nell’orbita ospedaliera, con risorse residuali.
Questa cultura trae forza certamente dalla facilità di controllo e occupazione del settore ospedaliero da parte della politica, ma anche da atteggiamenti culturali e corporativi all’interno della sanità.
È paradossale che, ad esempio, i Medici di medicina generale siano stati ridotti a una sorta di call center separato dal resto del sistema.
È ora dunque di una rivoluzione copernicana che abbandoni vecchi assiomi culturali e forti interessi concentrati politico-sanitari, per costruire un nuovo sistema con al centro la salute e con una molteplicità di pianeti orbitanti armonicamente intorno ad essa, rispettandone le esigenze.
Come non iniziare dalla predisposizione e approvazione in Parlamento del Piano sanitario nazionale scaduto da 12 anni, tramite il quale disegnare una nuova politica di salute e sanitaria e prevedere una nuova allocazione delle risorse tra i vari settori, restituendo ruolo e funzioni alla medicina di territorio? Perché non cogliere l’occasione per arricchire con strumenti di teleconsulto e telemedicina i Mmg prevedendone il finanziamento? In Germania (83 milioni di abitanti) l’hanno realizzato recentemente con un investimento di 200 milioni di euro l’anno. Ancora una volta emerge che il problema italiano non è il livello di spesa ma il disinteresse alla programmazione, il supporto interessato all’ospedalizzazione, la mancanza di cultura di salute.

* avvocato e Segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni
** docente di Analisi e Organizzazione dei sistemi sanitari al Politecnico di Milano e consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni


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