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Covid/ Toscana ferita dalla seconda ondata: cruciale il ruolo dei medici di famiglia

di Sara Lavorini

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24 Esclusivo per Sanità24

La pandemia da Covid -19 ha messo a dura prova i cittadini toscani sia dal punto di vista sanitario che socio- economico. La Toscana ha superato i 116.000 casi totali con quasi 3500 decessi. I pazienti attualmente positivi sono poco più di 12.000, e di questi meno dell'11% sono ricoverati. Tutti gli altri sono assistiti sul territorio dai medici di medicina generale. I medici di famiglia, hanno lavorato duramente per gestire l'emergenza e ora, stanno aspettando indicazioni sul vaccino anti covid.

"La Toscana è stata notevolmente più colpita da questa seconda ondata rispetto alla prima e, con un impatto maggiore sulla mortalità. Le misure di contenimento e mitigazione prevalentemente basate sul distanziamento interpersonale hanno imposto una profonda riorganizzazione dei servizi sanitari – spiega Mauro Ruggeri, presidente regionale Simg Toscana - soprattutto per quanto riguarda le modalità di accesso e di fruizione degli stessi. I medici di medicina generale, fin da subito si sono trovati nella necessità di dover rispondere ai nuovi bisogni di salute dei propri assistiti non disponendo di adeguati dispositivi di protezione individuale, tuttavia nessun cittadino è stato privato dell'assistenza necessaria. In questo contesto l'accesso agli ambulatori è stato adeguatamente regolamentato, con l'adozione di strumenti informatici e di telemedicina che hanno consentito di erogare la dovuta assistenza in sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori sanitari. Il primo strumento che è stato messo a punto è stato il triage telefonico. Il carico di lavoro dei medici di medicina generale è letteralmente esploso – continua Ruggeri - anche per l'insostenibile aumento di richiesta di atti burocratici. Spesso il medico si è visto costretto a svolgere a livello territoriale attività non sempre di sua competenza, in carenza di norme precise e adeguate. Certamente la pandemia, facendo emergere le criticità ci fa comprendere quanto sia necessario una volta per tutte, definire le competenze del medico di medicina generale, che d'altro canto rappresentano l'espressione identitaria della disciplina della medicina generale stessa. Gli studi medici dovranno più estensivamente dotarsi di diagnostica di primo livello, prevedere la presenza di assistenti di studio ed infermieri, naturalmente a fronte di adeguate e sufficienti risorse economiche".

Anche la vaccinazione sarà un processo impegnativo e lungo l'intero anno 2021, richiederà un'accurata pianificazione da parte dei decisori politici e uno sforzo da parte di tutto il personale sanitario. In questo quadro, il ruolo dei Medici di Medicina Generale sarà determinante, ma non strettamente legato alla stessa somministrazione del vaccino.

"In occasione del recente congresso, i medici della Simg, interrogati se fossero disponibili a somministrare loro stessi il vaccino, hanno risposto nel 99% dei casi di essere, alle adeguate condizioni, disposti a dare il loro supporto - evidenzia il presidente Simg Claudio Cricelli –, ma la somministrazione del vaccino anti-Covid non è l'unico compito da svolgere. Oggi più che mai essi saranno determinanti per il successo della campagna vaccinale universale informando tutti i loro pazienti, profilando i cittadini da sottoporre a vaccinazione, osservando le reazioni vaccinali nel breve medio e lungo termine. I medici di famiglia devono allo stesso tempo continuare a presidiare il territorio, prendersi cura dei propri pazienti in un momento molto delicato come questo, in cui sta per sopraggiungere la consueta epidemia influenzale. Sarà per tutti uno sforzo incredibile: dovranno essere sottoposte a vaccinazione decine di milioni di persone. L'operazione non si limita a una semplice puntura: ogni soggetto dovrà essere esaminato per capire quali siano le sue condizioni e se siano presenti delle controindicazioni; successivamente, dovrà rimanere sotto osservazione nell'immediato per almeno 15-20 minuti; nei giorni seguenti, vi sarà un importante coinvolgimento proprio dei medici di famiglia, che dovranno monitorare i possibili effetti collaterali caratteristici delle vaccinazioni,quali dolori o un po' di febbre".

Su oltre 1.754.715 casi confermati in Italia dall'inizio della pandemia, l'età media dei positivi è stata di 48 anni, come indicato dai dati cumulativi della Sorveglianza integrata dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) aggiornati al 10 dicembre 2020. Dai dati dell'ISS, del 2 dicembre, su un campione di 55.824 pazienti deceduti e positivi all'infezione da SARS CoV-2 il numero di deceduti nei quali il Covid è la causa direttamente responsabile della morte varia in base all'età, con valori minimi nelle persone di età inferiore ai 50 anni e massimi nella classe di età 80-89 anni. A pesare il maggior numero di patologie, che si sovrappongono andando avanti con gli anni. Già dopo i 65 anni più della metà delle persone convive con una o più malattie croniche e questa quota aumenta con l'età fino a interessare i tre quarti degli ultra 85 enni. A causa del Covid, per il 2020 ci aspettiamo purtroppo una diminuzione dell'aspettativa di vita in Italia, che fino al 2019 invece aumenta ogni anno da decenni.


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