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Covid/L'Asl di Brindisi avvia i procedimenti disciplinari contro i sanitari no-vax

di Vincenzo Rutigliano

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24 Esclusivo per Sanità24

L'Asl di Brindisi passa ai fatti e avvia 16 procedimenti disciplinari contro altrettanti dipendenti tra medici, OSS ed infermieri, che hanno formalizzato in questi giorni la scelta di non vaccinarsi. La decisione della Direzione Generale riguarda sinora 16 dei 145 sanitari che, a tutto ieri, avevano manifestato la volontà di non vaccinarsi e sui quali è in corso una sorta di moral suasion. Che ha riguardato anche 4 anestesisti rianimatori dell'ospedale Perrino di Brindisi, il cui caso poi è rientrato.

"Vedere - dice il direttore generale dell'Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone rispetto ad ipotesi di demansionamento - un infermiere o un anestesista o un medico dietro una scrivania non si può nemmeno pensare". In tutto i dipendenti dell'Asl di Brindisi finora decisi a non vaccinarsi sono 223, di cui appunto 145 sanitari, a valere sui 4200 complessivi. Quanto alla procedura disciplinare - spiega il dg -" stiamo approfondendo, convocheremo i 16, valuteremo e cercheremo di capire di quali attenuanti o aggravanti tenere conto, anche se alcune giustificazioni sono state sconfortanti. Dovrebbero essere loro a convincermi del vaccino: condivido perciò le parole del professor Lopalco, assessore regionale alla Salute: non hanno capito quello che hanno studiato".

Se esitati negativamente, i procedimenti dovrebbero sfociare nel provvedimento di irrogazione di una sanzione di 5.000 euro, come previsto nella legge Amati, dal nome del consigliere regionale promotore della legge, vigente in Puglia, sull'obbligo degli operatori sanitari alla vaccinazione anti-Covid. Rispetto alla norma decisa dal Governo, la legge pugliese è in ogni caso vigente – osserva il consigliere Fabiano Amati. Dichiarata costituzionale con sentenza n. 137 del 2019 - relatrice Marta Cartabia, la legge stabilisce il trasferimento dei sanitari obiettori dai reparti a rischio, il procedimento disciplinare e la sanzione pecuniaria sino a 5.000 euro, e tutto "contemporaneamente e senza alcun margine di discrezionalità"- avverte Amati. Altrimenti il solo allontanamento dai reparti a rischio potrebbe essere considerato un premio, lasciando alle aziende sanitarie anche il problema di dover coprire i turni nella cronica carenza di personale. La stessa applicazione delle sanzioni è poi un atto dovuto, senza alcuna discrezionalità, per cui l'eventuale omissione potrebbe integrare il reato di abuso d'ufficio.


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