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Altems/ La risposta delle Regioni: solo se il nuovo personale assunto è specializzato anti Covid-19 la Regione è "resiliente"

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«Incrociando i profili delle Regioni con l’incremento di personale, possiamo notare un’eterogeneità dei comportamenti delle Regioni stesse in termini di assunzioni di nuovo personale e di risposta alla pandemia. Se consideriamo, infatti, i giorni di sospensione per l’attività chirurgica e i volumi di presentazioni "perse", due delle tre regioni "resilienti" (Veneto +584, Lazio +282) hanno notevolmente incrementato il personale medico, mentre solo per una delle regioni "fragili" (Lombardia +516) si registra un notevole incremento di personale medico. Sia le regioni “late responder” (es. Sicilia +101) che “inerti” (es. Piemonte +163) si caratterizzano, invece, per un incremento minore del personale medico se comparato con quello del Lazio e del Veneto». A mettere in correlazione risposta al Covid e assunzioni di personale è Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (Altems) che presenta il 55° Report. «Se consideriamo invece il rapporto tra giornate di sospensione per le attività ambulatoriali e prestazioni "perse" – continua Cicchetti – le Regioni “resilienti” (es. Lombardia +847, Veneto +733, Lazio +381) sembrerebbero essere caratterizzate da un incremento maggiore del personale medico se comparato con quello delle “late responder” (es. Piemonte +345, Sicilia +133, Sardegna +146).
Guardando al mix di assunzioni tra personale medico direttamente coinvolto nell’emergenza Covid-19 (Anestesia e rianimazione, Malattie dell’apparatosi respiratorio, Medicina e accettazione d’urgenza, Medicina interna, Malattie infettive, Microbiologia e virologia, Sanità pubblica) e personale non direttamente coinvolto – continua Cicchetti – notiamo che le regioni “resilienti”, considerando il rapporto tra giorni di sospensione per l’attività chirurgia e i volumi di presentazioni “perse”, hanno assunto prevalentemente personale con specializzazioni Covid-19 (Veneto 57%, Lazio 79%). Tra le regioni “fragili” non si registra un orientamento prevalente mentre le Regioni “late responder” (PA Trento 0%, Umbria 35%) e “inerti” (Molise 30%, Piemonte 40%, Valle d’Aosta 0%) hanno assunto in prevalenza personale no covid. Infine, conclude Cicchetti, se guardiamo al rapporto tra giornate di sospensione per le attività ambulatoriali e prestazioni “perse”, notiamo che le regioni classificate come “fragili”, “inerti” e “late responder” hanno orientato le politiche di assunzione di nuovo personale prevalentemente verso le specializzazioni no covid. Per quanto, riguarda, invece le regioni “resilienti” non sembra emergere un orientamento prevalente”.
Il punto sulla campagna vaccinale. Continua senza sosta la campagna vaccinale, facendo incrementare settimanalmente i valori dei nuovi vaccinati in tutte le fasce d’età. A livello nazionale si registrano le seguenti percentuali per le fasce di età considerate: 16-19 anni (4,93%), 20-49 anni (20,79%), 50-69 (58,83%), 70-79 (83,59%), over 80 anni (91,94%). La media nazionale (che considera la fascia di età maggiore di 16 anni) è pari al 46,22%. Analizzando il rapporto tra la popolazione residente e il numero punti di somministrazione (territoriali ed ospedalieri) per ciascuna regione, la Regione Puglia ha il rapporto più basso: in media ogni punto vaccinale ha in carico circa 5397 residenti, seguita dalla Liguria con 8399 residenti. Al contrario, la Regione Lombardia e Campania hanno il valore più alto, con un rapporto pari a 72783 residenti per la Lombardia e 89524 residenti per la Campania. Analizzando l’andamento delle somministrazioni nei Paesi Membri dell’Unione Europea, il valore medio Ue delle somministrazioni è pari a 56.947 x 100.000 abitanti, il valore dell’Italia è pari a 59.240 x 100.000 abitanti.
«L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) nel suo ultimo Report sulle Sperimentazioni Cliniche presenta in maniera eccezionale anche i dati preliminari di studi clinici relativamente alla pandemia (periodo marzo-settembre 2020) – commenta la dottoressa Entela Xoxi, Ricercatrice Altems, Università Cattolica - con l’ottica di analizzare l’impatto della pandemia sullo sviluppo dei trattamenti per il Covid-19 tenendo presente il contesto di una patologia nuova e in parallelo lo sviluppo di prodotti medicinali (vaccini inclusi) tramite procedure accelerate e condizionanti. I dati completi verranno poi presentati nel prossimo Report Nazionale 2021».


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