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La radioterapia oncologica in Campania: il momento della svolta

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In Italia ammonta a 370 mila il numero di pazienti colpiti dal cancro e il 60% di questi necessita della radioterapia, in quanto tale trattamento può essere somministrato sia come alternativa sia in combinazione ad altre terapie, cioè ormonoterapia, chemioterapia e immunoterapia. La radioterapia oggi consente di eliminare completamente le cellule tumorali, in alcuni casi, o di impedirne la riproduzione o, ancora, di controllare i sintomi della patologia nei casi in cui questa non possa essere guarita. Sono i dati emersi dal webinar "La Radioterapia Oncologica in Campania: contesto attuale e possibili sviluppi socio-economici e tecnologici", organizzato dall'Istituto Nazionale Tumori "Pascale" di Napoli e dal VIMASS, il laboratorio in "Valore, Innovazione, Management e Accesso nei Sistemi Sanitari" del Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi dell'Università Parthenope.

Dall'evento sono emersi dati particolarmente rilevanti riguardo la disomogeneità nella distribuzione delle tecnologie radioterapiche che riflettono significativamente nell'impossibilità per i pazienti di accedere a percorsi di cura "standardizzati", incidendo ovviamente anche sulle possibilità di sopravvivenza. Gli standard europei raccomandati dalla European Society for Radiotherapy and Oncology (ESTRO) che consigliano 7 apparecchiature per milione di abitanti, mettono ancora più in risalto l'evidente carenza delle tecnologie radioterapiche regioni meridionali (5,7 unità), rispetto alle regioni centrali e settentrionali, dove la dotazione di tecnologie radioterapiche è addirittura superiore a quanto richiesto (7,9 e 7,6 unità per milione di abitanti, secondo il censimento Airo 2020).

Gli esperti ritengono che tale criticità quantitativa possa divenire più accentuata nel corso del tempo, dato che la quota di pazienti per i quali sarà necessario un trattamento radiante aumenterà del 15% entro l'anno 2025 e, per allora, sarà importante raggiungere la quantità di 8-9 macchine per milione di abitanti. Il Dott. Paolo Muto, Direttore dell'Unità Operativa Complessa di Radioterapia dell'Istituto Nazionale Tumori Pascale e responsabile scientifico dell'evento afferma che "è arrivato adesso il momento della programmazione per far sì che nel futuro prossimo la radioterapia nella nostra Regione possa superare la gran parte delle criticità ancora attualmente vissute, come il tasto dolente della tariffazione, la quale vede la Campania troppo penalizzata rispetto ad altri contesti nazionali".

Non solo la quantità, ma anche la qualità delle apparecchiature sembrerebbe essere un argomento complesso. Nel 2017 il Governo italiano ha stanziato 100 milioni di euro, ripartiti tra le regioni del sud Italia, per la riqualificazione e l'ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione. La realtà racconta che in Italia circa il 45% delle apparecchiature presenti ha un'età superiore ai dieci anni - al di sopra, quindi, della vita utile media degli acceleratori lineari, tra gli 8 e i 10 anni - e che, dunque, vi è non solo la necessità di ampliare il parco macchine, ma anche l'urgenza di rinnovare ciò che attualmente potrebbe essere obsoleto o che potrebbe diventare a breve.

La Giunta Regionale campana, nell'aprile del 2020, ha impiegato i 27,85 milioni destinati alla Campania, che rappresentano la quota più alta tra quelle assegnate, per l'acquisto di 9 nuovi acceleratori lineari, tra cui 3 assegnati a nuovi punti di erogazione. Questi investimenti consentiranno al sistema sanitario della Regione Campania, e più in generale delle regioni meridionali, di adeguare la propria dotazione di tecnologie radioterapiche e di offrire, ai pazienti oncologici, un trattamento adeguato e il raggiungimento di determinati standard qualitativi, facendo un ulteriore passo verso la formazione delle reti radioterapiche. In merito, Attilio Bianchi, Direttore generale del Pascale afferma che "l'innovazione tecnologica in radioterapia consente allo stato attuale di considerarla a tutti gli effetti un potentissimo strumento per la lotta contro i tumori. La logica dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari rappresenta il valore incrementale della osmosi dei saperi specialistici a supporto della qualità e dell'efficacia dei trattamenti complessi, tutto a vantaggio dei livelli assistenziali per i nostri pazienti".

Le possibilità offerte dai nuovi avanzamenti tecnologici nella radioterapia oncologica hanno, quindi, consentito di reagire a una situazione di enorme stress come il Covid-19 che inaspettatamente si è abbattuto sul Sistema sanitario nazionale e regionale. "Quanto successo negli ultimi mesi – afferma il professor Francesco Schiavone, co-organizzatore dell'evento - lascia solamente intuire le innumerevoli possibilità che queste tecnologie, e il rapido sviluppo che le sta caratterizzando, possono offrire. Per cogliere queste possibilità, però, è necessaria una profonda riflessione sull'attuale disomogeneità dei tariffari di rimborso regionali per quanto concerne le prestazioni radioterapiche. Infatti, alcune regioni italiane – tra cui la Campania – sono fortemente penalizzate in tal senso. Ciò, purtroppo, rappresenta un concreto danno per l'assistenza e la qualità della cura offerta ai cittadini di tali Regioni".

Alla luce delle innumerevoli possibilità offerte dai nuovi avanzamenti tecnologici nella radioterapia, risulta necessaria, dunque, la costruzione di rapporti di collaborazione tra clinici, decisori, stakeholder e altri attori del Sistema Sanitario per la realizzazione di sistemi di Health Technology Assessment (HTA) che consentano di perfezionare costantemente l'utilizzo di tale tecnologia ad alta complessità/costo in tempi efficaci ed evitando sprechi in bilancio. Questi aspetti, dunque, sembrano porre le basi per un concreto ed importante rilancio dell'intero comparto regionale, ancora non del tutto espanso e finanziato come meriterebbe. 


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