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Telemedicina: i medici sono pronti ad accogliere i nuovi strumenti digitali, ora servono piani e uniformità in tutta Italia

di Saverio Cinieri *

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24 Esclusivo per Sanità24

La pandemia ha accelerato i tempi e ha favorito il ricorso emergenziale alle tecnologie digitali utili a garantire continuità terapeutica e assistenziale ai pazienti. Progetti, iniziative, piattaforme hanno preso forma durante i difficili mesi dell’emergenza e hanno dimostrato il loro valore a livello clinico e organizzativo. Ora è arrivato il momento di guardare avanti, oltre la pandemia, per far sì che la tecnologia digitale diventi parte integrante del Sistema Sanitario Nazionale, con vantaggi per le strutture sanitarie, ma soprattutto per medici e pazienti, che avranno a disposizione nuovi strumenti di scambio e comunicazione.
I dati della ricerca realizzata dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, presentati in occasione del recente evento “La Salute Connessa”, mettono in evidenza l’elevata propensione dei medici e della comunità clinica verso l’utilizzo della telemedicina e degli strumenti di sanità digitale. Secondo la ricerca, l’81% dei medici specialisti intervistati vorrebbe ricorrere a tele-consulto e oltre 6 medici su 10 che vorrebbero utilizzare strumenti di tele-visita e di tele-monitoraggio.
Un quadro che rispecchia il forte bisogno di networking da sempre presente a livello clinico e scientifico. La gestione di pazienti come quelli oncologici passa da percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali complessi, che spesso richiedono la stretta collaborazione tra centri specialistici e centri di trattamento sul territorio. Per questo, la collaborazione tra centri, la condivisione di casi clinici e lo scambio di informazioni e pareri tra medici sono da sempre elementi fondamentali per garantire ai pazienti oncologici, su tutto il territorio nazionale, percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali di qualità. La telemedicina favorisce e semplifica notevolmente questi processi di collaborazione, poiché, grazie alle tecnologie digitali, possiamo far viaggiare il dato e non il paziente, con notevoli risparmi e con un impatto significativo sulla qualita di vita sia dei pazienti che delle loro famiglie. La creazione di reti virtuali tra la comunità clinica e anche tra medici e pazienti, consente inoltre la raccolta e lo scambio di grandi quantità di dati, con un elevato valore per il miglioramento della pratica clinica.
Molti sono gli esempi di piattaforme in sviluppo anche nell’ottica di una sinergia pubblico/privato, una tra queste è la piattaforma WelCare (recentemente presentata e realizzata grazie alla collaborazione tra Welmed e Novartis), nata per agevolare i rapporti fra specialisti per i pazienti candidati al trattamento innovativo, ad alto costo e complesso con la tecnologia Car-T ma anche utilizzata ed utilizzabile in altri ambiti oncologici ed ematologici, soprattutto nella gestione di molteplici patologie, tra cui il tumore al seno, il melanoma, le neoplasie mieloproliferative croniche (MPN), la mastocitosi, la leucemia mieloide cronica (CML). Le funzionalità di queste piattaforme di telemedicina nascono dall’incontro con l’intelligenza artificiale e consentono la digitalizzazione dei vari aspetti della pratica clinica, dall’accesso condiviso alla cartella clinica, allo scambio di file e tool per la discussione multidisciplinare, con vantaggi in termini di qualità della cura e gestione delle risorse sanitari.
Dopo la digitalizzazione degli scambi tra medici, il prossimo passo da compiere riguarderà la piena applicazione della telemedicina, e delle piattaforme già in sviluppo, alla comunicazione e alla collaborazione tra medici e pazienti, per realizzare appieno il potenziale di trasformazione del sistema sanitario, auspicato anche dal Pnrr. Ci sono tutte le premesse per compiere questa evoluzione sanitaria, per attuarla concretamente serviranno risorse e piani strutturati a livello regionale e nazionale anche per favorire a livello organizzativo la digitalizzazione delle strutture sanitarie in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. La disponibilità della tecnologia digitale è un elemento imprescindibile a livello sanitario e la pandemia ce lo ha insegnato. Gli sforzi messi in atto durante l’emergenza sono stati notevoli e hanno dimostrato la grande resilienza e capacità di azione di fronte alla crisi di tutto il sistema sanitario, a partire proprio dai pazienti. Ora dobbiamo costruire su questi sforzi per guidare il cambiamento, mi sento di affermare che gli oncologi medici sono pronti ad affrontare questa ulteriore sfida.

* Presidente eletto Aiom


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