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Covid: a Sassari sospesi i primi tre operatori sanitari non vaccinati

di Davide Madeddu

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24 Esclusivo per Sanità24

L’azienda ospedaliera universitaria di Sassari ha sospeso i primi tre operatori sanitari non vaccinati contro il Covid-19. Le tre missive sono state recapitate ai destinatari proprio questi giorni. Per due operatori la sospensione parte dal 2 settembre, per il terzo dal 4. Si tratta della parte conclusiva dell’iter avviato dall’Ats Sardegna, azienda per la tutela della salute, per individuare i dipendenti non vaccinati. L’iter seguito è presto spiegato. L’Ats ha contattato gli operatori sanitari non vaccinati “ invitandoli a fornire la documentazione comprovante l’effettuazione della vaccinazione, l’omissione o il suo differimento, quindi la presentazione della richiesta di vaccinazione o l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale”.

Scaduti i termini per la presentazione della documentazione richiesta, se questa non viene presentata l’Asl di residenza dell’interessato, c’è invita per l’operatore a sottoporsi a vaccinazione. “Decorsi inutilmente anche questi termini e accertata l’inosservanza dell’obbligo vaccinale - chiariscono dall’Aou -, l’Asl la comunica all’interessato, al datore di lavoro e all’Ordine professionale di appartenenza. L’adozione di accertamento da parte dell’azienda sanitaria locale determina la sospensione di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o il rischio di diffusione del contagio”. Non è tutto. “Quando il datore di lavoro riceve la comunicazione di accertamento di inosservanza all’obbligo vaccinale può adibire il lavoratore anche a mansioni inferiori - argomentano ancora all’Aou -. Ma quando non è possibile fare questo il lavoratore viene sospeso sino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale, fino al completamento del piano vaccinale nazionale e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021. In caso di sospensione dalle mansioni non sono dovuti retribuzione, compensi o emolumenti”.La sospensione dei tre operatori, come sottolineano dall’azienda ospedaliero universitaria è l’applicazione di “quanto previsto dal decreto legge numero 44 del 1 aprile 2021 (Misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da Covid-19, in materia di vaccinazioni anti Sars-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici), convertito nella legge numero 76 del 28 maggio 2021”.

Per il commissario straordinario Antonio Lorenzo Spano “è una cosa spiacevole ma non possiamo fare altrimenti”. “La norma è chiara - dice - e abbiamo il dovere di garantire la massima sicurezza ai pazienti e al personale sanitario e non che opera all'interno del nostro ospedale”. Dello stesso avviso anche Rosa Maria Bellu, direttore amministrativo e responsabile delle Risorse Umane. “Una decisione obbligata che deriva dal decreto legge in vigore da aprile scorso. È chiaro che saranno interessati da queste decisioni tutti quegli operatori che dovessero scegliere di non vaccinarsi. Sarà poi compito dell'Azienda, anche in considerazione delle carenze del personale, pensare, assieme ai direttori delle varie unità operative interessate, a una riorganizzazione dei vari settori e delle attività”.

Per il direttore sanitario Francesco Bandiera, “l’operatore sanitario, medico o infermiere che sia, che rifiuta il vaccino ha sbagliato la propria scelta professionale. Negare la validità dei vaccini vuol dire non aver capito quanto il lavoro fatto dall’Ottocento ai giorni nostri, da scienziati del calibro di Jenner, Pasteur e Sabin, abbia portato enormi vantaggi all’umanità". Quindi l’auspicio: “Alla luce di questo ci auguriamo che gli operatori sanitari ritornino sui loro passi e ritrovino quello spirito che deve muovere il loro agire quotidiano, la tutela dello stato di salute dell'uomo e il suo benessere psichico e fisico”. Dall’azienda ospedaliero universitaria la disponibilità “così come fatto in passato”, per favorire percorsi agevoli “per i sanitari che intendano aderire, seppure in ritardo, all'obbligo vaccinale”.


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