Aziende e regioni

Pnrr, Sanità e sviluppo del Paese

di Umberto Nocco *

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24 Esclusivo per Sanità24

L'intero Paese – non solo il comparto sanitario – attende con speranza e curiosità di vedere cosa accadrà del Servizio sanitario nazionale quando finalmente gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza-Pnrr daranno vita a progetti concreti, a cambiamenti reali, a innovazioni tangibili.
Ormai lo sappiamo: nella Misura 6 del Pnrr ci sono oltre 15miliardi di euro. Una somma importante, ma soprattutto una cifra che finalmente modifica la tendenza politico-economica degli ultimi anni che verso il comparto sanitario era quella dei tagli e dei tetti. La sanità ha rappresentato per quasi vent'anni un costo da ridurre: oggi finalmente non è più così, perché dopo la pandemia la salute e la sanità sono tornate ad essere centrali per lo sviluppo del Paese. Si parla con coraggio e con visioni chiare di medicina di prossimità, di nuova qualità delle cure, di innovazione a servizio dei bisogni, di sanità digitale e telemedicina: da quanti anni i professionisti, gli esperti, le organizzazioni, le sanità regionali attendevano un chiaro slancio su questi temi?
Tutto questo ci riempie di speranza. Gli ingegneri clinici – che oggi avviano a Milano il loro 21° Convegno nazionale – di fronte alla grande aspettativa suscitata dal Pnrr soprattutto auspicano una cosa: rimaniamo con i piedi per terra e rendiamo questi (tanti) miliardi un vero trampolino di lancio per la trasformazione concreta della sanità.
Ciò è possibile con alcune pre-condizioni. La prima: occorre che sia chiaro che il Pnrr deve produrre risultati che siano di beneficio su tutto il territorio nazionale, evitando le progettualità a macchia di leopardo ed anche le innovazioni non realizzabili. La seconda: non c'è miglioramento complessivo se non attraverso lo sviluppo consapevole di una nuova cultura organizzativa che coinvolga tutti i livelli decisionali, da quelli centrali a quelli distrettuali. La terza: le professioni devono far parte integrante della governance del rinnovamento. La quarta: coinvolgiamo da subito l'università nell'impegno di formare figure che siano in grado di interpretare il cambiamento. La quinta: rendiamo possibile il monitoraggio continuo delle ricadute del Pnrr sul territorio, in termini di benefici sanitari e di sviluppo sociale.
Per terminare, l'ultima follia sarebbe investire i soldi del Pnrr, soprattutto quelli della Misura 6C2 (Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Ssn), senza attenzione all'ecosistema digitale complessivo del nostro Paese. Sarebbe un tentativo di guardare avanti rimanendo pericolosamente con i piedi piantati in un passato di compartimenti stagni, di silos, di competenze che non dialogano tra loro.
Il futuro è quello di una sanità sempre più interconnessa, di tecnologie sicure e disponibili, di innovazioni utili e di qualità. Rendiamo possibile questo futuro condividendo con le competenze reali in questo percorso: nessun vero rinnovamento sarà realizzato senza il loro coinvolgimento.

* Presidente Aiic


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