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Puglia: sulle dimissioni di Lopalco pesa il no all'acquisto di due farmaci innovativi

di Vincenzo Rutigliano

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24 Esclusivo per Sanità24

L'assessore regionale alla Salute, l'epidemiologo Luigi Lopalco - vera e propria star nelle fasi più calde della gestione della pandemia in Puglia - si è dimesso. Per divergenze profonde con il governatore Emiliano su alcune scelte definite cruciali e non condivise, sulle quali lo scienziato - professore ordinario di Igiene dell’Università di Pisa, chiamato a marzo 2020, come epidemiologo di riferimento da Emiliano in piena pandemia - lamenta di essere stato scavalcato, da mesi, e su più fronti: nel rapporto con le Asl, con le Agenzie e con gli stessi uffici dell'ormai suo ex-assessorato.

Il punto di rottura è soprattutto nel no di Lopalco - che resta consigliere regionale perché, candidatosi alle regionali di giugno 2020 ottene 14.500 preferenze - all'acquisto di un farmaco innovativo giudicato inutile e costoso, e destinato a due bimbi affetti da Sma. L’assessore ha infatti sempre sostenuto che “una scelta del genere non avrei mai potuto avallarla”. Su questo invece Emiliano - nella nota con la quale chiede il ripensamento di Lopalco - spiega che “la Regione Puglia metterà a disposizione le somme necessarie se c’è un medico che prescrive il farmaco e la famiglia che autorizza”. Sulle dimissioni hanno pesato anche altri “nodi” come l'ospedale Covid in fiera del Levante e le nomine dei nuovi direttori generali delle Asl pugliesi, in attesa di essere definite a fine mese.

Vista dalle opposizioni le scelta di Lopalco - con all'attivo la guida di un programma per le malattie prevenibili da vaccino al Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc) a Stoccolma, ed oltre oltre 170 articoli pubblicati su riviste scientifiche accreditate nazionali ed internazionali - è tardiva. Le sue dimissioni sono state invocate più volte, in questi mesi, dal centro destra sostenendo la sua inadeguatezza e ora che sono state presentate avrebbe preferito che a motivarle fosse stata “una presa di coscienza per i numerosi e palesi fallimenti decisionali in piena pandemia da Covid-19 ”. Le opposizioni dunque derubricano tutto a scaramucce di partito, più che ad “una concreta presa di coscienza dei propri limiti gestionali”.


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