Aziende e regioni

Sardegna: dal 1° gennaio entra in vigore la riforma del sistema sanitario regionale

di Davide Madeddu

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Al via, in Sardegna, la prima fase della riforma socio sanitaria con il ritorno delle otto aziende sanitarie con competenza territoriale. Il percorso, avviato nel 2020 ma posticipato a causa dell’emergenza legata alla pandemia da Covd 19, inizia ora il suo corso. L’atto che segna l’avvio di un nuovo sistema di gestione del servizio sanitario regionale, con cui si prevede il ritorno alle Asl e alla Ares, è la delibera del commissario straordinario del 23 dicembre. Con il provvedimento adottato si avvia la fase transitoria e di accompagnamento della nuova azienda Ares e delle otto aziende socio sanitarie locali che dovrebbero comprendere i territori delle vecchie province e che dovranno tener conto, come annunciato, «della geomfologia dei territori dell’isola». Nello specifico le otto aziende sanitarie saranno la Asl 8 di Cagliari, la Asl di Nuoro, quella di Oristano, Sulcis, Medio Campidano, Sassari, Gallura e Ogliastra. Restano poi l’azienda Brotzu.
I direttori generali saranno scelti dal presidente della Giunta regionale da un elenco regionale. E resteranno in carica dai tre ai cinque anni.
Con questo dispositivo, come annunciato da una nota dell’Ats, si eviterà che «durante il periodo transitorio possano verificarsi interruzione o sospensione delle attività», e sia garantita una «continuità assoluta a favore delle aziende socio-sanitarie da parte delle aree di competenza dell'Ats, che confluiranno in Ares secondo l'elenco di attività e in base agli step temporali indicati».
Durante la fase transitoria, come rimarcato nel provvedimento, «saranno adottati gli atti convenzionali necessari al passaggio delle attività alle Asl, nel rispetto delle competenze previste dalla normativa». Questo passaggio darà il via alla nascita dell’Ares e delle Asl. Una procedura che, come annunciato dal commissario straordinario Massimo Temussi «consentirà di avviare la nascita di Ares (Azienda regionale della salute) e delle Asl superando le criticità che, per forza di cose, potrebbero presentarsi in una fase di transizione come quella attuale, aprendo la strada alle diverse modifiche strutturali da attuare, attività che spetteranno ai Direttori generali delle Asl in applicazione della riforma sanitaria».
L’obiettivo è quello di assicurare l’omogeneizzazione e la ristrutturazione del sistema in tutti i suoi aspetti «con una fase di accompagnamento per la gestione della transizione - conclude Temussi - con l'obiettivo di garantire la continuità» nell’erogazione delle prestazioni socio sanitarie e, nel contempo, ridurre al minimo eventuali disagi per i cittadini».


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