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19° Rapporto Aiop/ Cittadini: «Dai privati quasi 2mila posti letto Covid». Costa: alleati contro la nuova pandemia di "altre cure" da recuperare

di Barbara Gobbi

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La pandemia ha comportato di dover far fronte all'assistenza straordinaria dei pazienti Covid, con il conseguente blocco delle prestazioni ordinarie richieste dai pazienti non Covid che nel 2020 ha riguardato il 50% dei pazienti, con una punta del 71,5% per gli interventi chirurgici programmati. È quanto emerge dal 19 Rapporto sull'attività ospedaliera in Italia "Ospedali&Salute", promosso dall'Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) e presentato a Roma presso il ministero della Salute. Una conferma arriva dai dati forniti dalle strutture sanitarie sulla contrazione delle prestazioni per i pazienti "non Covid": -21,0% tra il 2019 e il 2020, sui ricoveri ospedalieri, che diventano del -23,9% per il Mezzogiorno. Le prestazioni specialistiche sono diminuite, nei primi 9 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, del 30,3%, con valori più alti in Lombardia (-51,9%) e Provincia di Bolzano (-48,8%). Il report analizza anche le condizioni dei pazienti che sono stati malati di Covid: per il 65,6% il percorso di uscita dal contagio è stato "molto e/o abbastanza lungo" e, parallelamente, il 63,2% ha ammesso che si è trattato anche di un'esperienza "molto e/o abbastanza pesante". Inoltre, il 56,2% dei contagiati ha registrato anche dei problemi di long Covid, di cui un terzo (il 18,9%) di tipo "serio". I dati sull'andamento delle liste d'attesa, infine, risultano in contrazione per la popolazione, tra il 2020 e il 2021, mentre sono in forte espansione (da 3,8 a 8,3 volte in più nel 2020 e di circa 5 volte di più nel 2021) per i pazienti Covid. Quanto al Green pass, i dati a settembre 2020 mostrano un livello di consenso sia da parte della popolazione che degli ex pazienti Covid di oltre il 70%.
In questi due anni, intanto, dalle strutture Aiop sono stati messi a disposizione quasi 2mila letti Covid: «La sinergia tra le componenti di diritto pubblico e di diritto privato è stata fondamentale nell'arginare i momenti più drammatici dell'emergenza sanitaria, con le strutture Aiop che hanno contribuito, garantendo oltre mille posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva Covid e di più di 9.400 posti letto di degenza acuta e post-acuta Covid - ha affermato la presidente Aiop Barbara Cittadini -. Non solo, perché in molti casi le strutture di diritto privato del Servizio sanitario sono state chiamate dalla stessa programmazione regionale a decongestionare le strutture di diritto pubblico, le più esposte all'iniziale urto pandemico, attraverso la presa in carico dei pazienti non-Covid dai Pronto soccorso e dai reparti degli ospedali pubblici».
Conferma e rilancia sulla collaborazione con il privato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che guarda al recupero delle liste d'attesa e al riordino del Ssn: «Serve una politica che riporti il paziente al centro senza pregiudizi, la pandemia ci ha lasciato il messaggio che le grandi sfide si vincono solo se si fa un lavoro di squadra. Ci sono tutti i presupposti per fare insieme un percorso che metta a sistema tutte le competenze e le professionalità. Dopo il Covid - ha aggiunto - mi prendo la responsabilità di dire che visto il gap drammatico da recuperare in termini di altre cure, avremo una nuova pandemia da affrontare. Nell'ultimo decreto Sostegni abbiamo messo a disposizione delle Regioni risorse per le liste d'attesa e previsto la possibilità di attuare convenzioni con il privato sul territorio per dare ai cittadini le risposte di cui c'è bisogno. Poi - ha concluso - c'è il tema delle risorse: l'Italia ne ha finalmente tante da investire in salute e la politica ha preso consapevolezza che non c'è sviluppo né crescita senza salute. Ci sono le condizioni per potenziare il territorio, avvicinare i servizi ai cittadini e in questa sfida il ruolo del privato può essere fondamentale perché presenta competenze ed esperienze che possono essere utilissime».
A sottolineare la crescita di complessità (case-mix) registrata nel complesso dal sistema sanitario è Nadio Delai (Ermeneia): «La complessità che è cresciuta più nel diritto privato che nel pubblico e in entrambi in generale: parliamo della capacità di offrire un servizio mediamente accettabile per qualità, quantità e distribuzione territoriale. Poi c'è il tema dell'innovazione e della capacità di rispondere "a fisarmonica" ai bisogni di salute, favorita dalla potenzialità della sinergia tra pubblico e privato».
A sottolineare il problema risorse e finanziamento è stato però il vicepresidente Aiop Gabriele Pelissero: «Nel 2023 - ha detto - se cancelliamo il periodo della pandemia che allora plausibilmente sarà finita con un ritorno alla normalità pur avendo una malattia in più che sarà il Covid normalizzato, ci troveremo il problema di affrontare tutte le criticità presenti nel 2019 e gli stessi bisogni ma con un finanziamento pubblico tendenzialmente ridisceso - sottolinea Pelissero -. Ripartiremo quindi con un gap peggiorato rispetto al 2019 e quindi con un gap ancora maggiore rispetto agli altri Paesi. Al tema dei finanziamenti si somma quello organizzativo con l'inefficienza attuale da recuperare. Abbiamo tariffe ospedaliere e ambulatoriali ferme al 2006, il che è inaccettabile, eppure c'è pure una tendenza a ridurle. Questo significa non puntare sull'efficienza ma sul galleggiamento del sistema. Questo tema va affrontato così come quello del Dl 95 che blocca l'acquisto dei privati anche quando le loro prestazioni costano meno e sono efficienti. Il parametro di 2,7 posti letto per acuti per mille abitanti - ha detto poi - va assolutamente rivisto nei nuovi standard ospedalieri a fronte dell'enorme epidemia di pazienti a cominciare dall'Oncologia che andranno recuperati nei prossimi anni. Infine, la grande domanda sul Pnrr - ha concluso -: come pagheremo tutto il personale che va messo nelle strutture previste con rapporto spesa sanitaria/Pil che scenderà al di sotto dei livelli 2019?».


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