Aziende e regioni

Nefrologia: diminuiscono i centri dialisi nei luoghi di vacanza, pazienti a rischio

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Garantire la continuità delle terapie salvavita ai pazienti dializzati è un diritto fondamentale che mai come quest’anno sembra essere negato. Con l’estate alle porte, questo l’allarme della Società italiana di nefrologia (SIN) sulla drammatica mancanza di posti dialisi vacanza per i pazienti che si spostano sul territorio per i soggiorni estivi. Una situazione che si ripete ciclicamente, ma che quest’anno assume delle dimensioni preoccupanti: due anni di Covid-19 hanno ridotto il Servizio sanitario nazionale allo stremo, sottodimensionato nel personale infermieristico e medico, e hanno colpito con particolare ferocia i pazienti dializzati che costretti a trascorrere ore e ore in ospedale anche nei mesi del picco pandemico, hanno pagato un pegno più alto al virus, con una mortalità dieci volte superiore a quella della popolazione generale.
“Quest’anno - spiega Piergiorgio Messa, presidente SIN – Società Italiana di Nefrologia, già Direttore di Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale - Policlinico di Milano e Professore Ordinario di Nefrologia all'Università degli Studi di Milano - il Paese non è in grado di garantire ai non residenti l’erogazione dei trattamenti dialitici nella maggior parte delle Regioni - persino in quelle storicamente attive in questo senso. La mancanza di personale specializzato, cui si è aggiunta l’emergenza posti letto che abbiamo dovuto fronteggiare per prestare assistenza ai rifugiati provenienti dalle zone di guerra, ha portato a un’esacerbazione delle strutture nefrologiche”.
Restano scoperte Regioni come la Liguria, la Sardegna e la Campania, alcune tra le località più battute dal turismo balneare. Una situazione che si tradurrà in un mancato servizio anche a tutte le persone che si muovono per motivi lavorativi o famigliari. In assenza di un intervento tempestivo, le attività nefrologiche rischiano il collasso. Tra le Regioni virtuose l’Emilia Romagna, il Lazio, le Marche.
“Siamo passati da una copertura praticamente del 100% delle richieste – anche se non mancavano ritardi e difficoltà - in epoca pre-Covid - interviene Giuseppe Vanacore, presidente ANED - Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto - ad avere centri dialisi vacanza insufficienti a coprire oltre metà della popolazione dei dializzati. Vi sono località oramai impossibili da raggiungere come la Sardegna, in altre realtà in passato virtuose, assistiamo alla drastica cancellazione di buona parte delle diponibilità come in FVG. Occorrerebbe almeno il triplo dei posti letti attualmente previsti per questo tipo di programma, per soddisfare realmente le necessità di spostamento. Ecco perché in questa fase è benvenuto ogni sforzo dell’insieme degli attori - aggiunge Vanacore - altrimenti la dialisi rischierebbe di tradursi in una detenzione domiciliare”.
Le criticità che si ravvisano nell’ambito dei servizi per i pazienti nefropatici non sono limitate alla sola mancata erogazione della terapia dialitica. Oltre ai molti programmi di dialisi estiva sospesi, la diffusa carenza di organico di infermieri e specialisti nefrologi incide negativamente sulla capacità di mantenere in funzione anche i Centri di Assistenza Limitata (CAL) deputati all'erogazione delle prestazioni di dialisi. La chiusura dei CAL, che dovrebbero fungere da presidi di prossimità per i pazienti, costringe i dializzati a spostarsi anche decine di chilometri per poter vedere soddisfatto il loro bisogno di salute.


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