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Puglia: il Centro di sperimentazione di diagnosi precoce punta al bandi del Pnrr

di Vincenzo Rutigliano

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24 Esclusivo per Sanità24

Punta ai bandi di settore del Pnrr il Centro di sperimentazione di diagnosi precoce a singola molecola frutto dell’accordo di collaborazione siglato, nelle settimane scorse, tra la regione Puglia, l’università di Bari e quella di Brescia. La nascita del Centro segna la tappa intermedia di un percorso di studio e ricerca in Puglia che consente di diagnosticare un numero considerevole di patologie, sia umane che del mondo vegetale, grazie all’analisi di campioni di facile reperimento (es. saliva) per l’individuazione anche di una singola molecola. L’obiettivo è fornire ai medici gli strumenti per isolare, in uno screening di massa, i soggetti affetti da una patologia molto prima che i sintomi si palesino. Lo sviluppo di queste tecnologie abilitanti ad elevatissime prestazioni consentirebbe anche il controllo di malattie infettive, contrastandone la diffusione, con conseguenze evidenti sulla salute, il benessere dei cittadini e per la sostenibilità della spesa pubblica. Per questo la regione Puglia prevede investimenti specifici per sostenere le attività del Centro e lo fa attraverso il coinvolgimento dei suoi Dipartimenti Sviluppo Economico e Sanità.

La nascita del Centro è legato a doppio filo ad lungo percorso di ricerca scientifica che ha impegnato, ed impegna, scienziati ed esperti delle due università e che ora ha, di fronte a sé, una sfida decisiva: dopo la brevettazione, procedere oltre nei test, concludere la prototipazione industriale e passare al mercato. "Per questo se la Regione ci sostiene in questa fase delicatissima, il suo coinvolgimento è una garanzia che tutto rimane qui"- sottolinea Luisa Torsi, barese, ordinario di Chimica e a capo del team interdisciplinare e interuniversitario di Brescia e Bari che lavora da anni alla sperimentazione di queste nuove tecnologie avanzate di rilevamento a singola molecola, grazie all’analisi di campioni di facile reperimento, come la saliva, per ottenere diagnosi precoci.

In questa innovazione diagnostica medica l’impegno di Brescia è, in particolare, quello del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione per lo sviluppo ed ingegnerizzazione di sistemi bioelettronici affidabili e miniaturizzati, capaci di convertire le interazioni biologiche in informazioni digitali direttamente disponibili su smartphone, tablet e computer. Ora Luisa Torsi - che ha ricevuto a fine maggio, a Vienna, la Wilhelm Exner Medal, premio internazionale assegnato agli scienziati che hanno avuto un impatto diretto sulle imprese e sull’industria per i loro risultati scientifici - è alle prese con la la fase della definitiva prototipazione industriale con il coinvolgimento dell'università di Brescia-Ingegneria della Informatica, del prof. Fabrizio Torricelli, di quella di Bari con il prof. Gaetano Scamarcio del dipartimento di Fisica e della dr.ssa Eleonora Macchia del Dipartimento di Scienze del Farmaco che ha ricevuto l'ERC Starting Grant, un premio di 2,5 milioni di euro per studiare meglio il meccanismo alla base del fenomeno scoperto dal team.

"Siamo ora -spiega a Sanità24 Luisa Torsi -al prototipo di laboratorio che può essere portato fuori e cioè lavorare anche in ambiente rilevante. In una scala della maturità della tecnologia da 0 a 10, ora siamo a 5. Oggi grazie all’impegno finanziario della regione Puglia utile per andare avanti e fare altri test, arriveremo probabilmente entro 3 anni, nella scala, a 7/8 e poi se tutto reggerà potremo anche avviarci alla fase pre-industriale".


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