Aziende e regioni

Dopo il voto/ Programmi elettorali in sanità: spunti di riflessione e inaspettate convergenze

di Livio Garattini *, Angelo Barbato *, Alessandro Nobili *

S
24 Esclusivo per Sanità24

Dopo aver letto attentamente una sintesi esaustiva dei programmi elettorali presentati da sette coalizioni/partiti in sanità (vedi https://salutedirittofondamentale.it/), ci è venuto spontaneo provare a fare qualche riflessione sulle (assai poche) proposte avanzate in modo un po’ circostanziato, al di là delle ovvietà presenti più o meno in tutti i programmi (del tipo rafforzamento dei servizi territoriali, aumento degli stipendi del personale sanitario, taglio delle liste di attesa dei pazienti).
Alla fine, dopo averle analizzate singolarmente, siamo arrivati a selezionarne tre in tutto, che discutiamo di seguito.
• Centralità del servizio pubblico in sanità
La riaffermazione che il Ssn deve restare comunque un servizio pubblico finanziato prevalentemente dal sistema fiscale viene esplicitata solamente nel programma della Lega, mentre Alleanza Sinistra Italiana Verdi lo fa intuire implicitamente chiedendo l’abolizione dei vantaggi fiscali connessi alla sottoscrizione di polizze assicurative e partecipazioni a fondi integrativi. I programmi del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Sinistra Italiana Verdi sono gli unici in cui viene esplicitamente richiesto di porre fine alla inarrestabile regionalizzazione del Ssn, che ha portato alla rete attuale di 21 sistemi sanitari regionali (province autonome incluse) sempre più differenziati; peraltro, senza individuarne la causa principale, cioè l’assegnazione del Fsn alle regioni che porta il capitolo della sanità a essere di gran lunga il primo in tutti i bilanci regionali e quindi l’argomento politico principale dei governatori a livello locale.
Riassetto della Medicina generale nell’assistenza territoriale
La necessità di riformare la Medicina generale come variabile chiave dell’assistenza sanitaria territoriale viene analizzata in due programmi. Peraltro, solamente Alleanza Sinistra Italiana Verdi raccomanda in modo esplicito di porre fine all’anomalia di remunerare Mmg, Pls e specialisti ambulatoriali come fossero liberi professionisti all’interno del Ssn, richiedendo il passaggio a un rapporto di dipendenza come accade per la maggioranza dei loro colleghi ospedalieri. Diversamente, l’alleanza Azione e Italia Viva si impegna a supportare gli esercizi commerciali delle farmacie convenzionate come elemento chiave per rafforzare l’assistenza territoriale, auspicando uno sviluppo ulteriore dei servizi pubblici erogati, come del resto in modo più sfumato suggerisce il Partito Democratico. Forse è il caso di ricordare anche in questa sede che al ruolo prezioso giocato dalle farmacie durante la pandemia, grazie alla consueta e mai sospesa apertura degli esercizi, ha fatto da contraltare l’assenza generalizzata dei Mmg.
• Abolizione del numero chiuso per l’accesso alle facoltà di medicina
È un argomento balzato agli onori della cronaca in campagna elettorale, grazie anche alla coincidenza temporale con la prova di selezione degli studenti nel mese di settembre. L’abolizione del numero chiuso viene (curiosamente) richiesta nei programmi elettorali di due schieramenti diametralmente opposti come Lega e Alleanza Sinistra Italiana Verdi. Al di là della ben nota inadeguatezza dei test di ingresso stile lotteria, tale problematica va affrontata in un contesto più ampio della sanità, includendo anche l’università. Infatti, sebbene qualcosa non torni nemmeno in una logica di previsione del personale medico sotto il profilo numerico, visto che è ampiamente diffusa l’ipotesi di scarsità di medici, il problema cruciale è che a questo livello trattasi ancora di scelte giovanili in ambito universitario, e non di pianificazione del personale medico che in prospettiva opererà nell’ambito del Ssn. L’eventuale disinteresse dei giovani alla professione medica viene smentito dall’evidenza che quest’anno tre candidati su quattro non potranno accedere alla facoltà di medicina. Oltretutto, impedire a così tanti giovani di iscriversi appare una scelta educazionale assai discutibile, per non dire ingiusta. Al di là della selezione dopo il primo anno in Francia, citata nei programmi elettorali come possibile alternativa, forse anche il caso di segnalare che in Spagna tale selezione non esiste. Tutt’al più ci sono dei test di ingresso a livello di singolo ateneo, come può accadere in qualsiasi università anche per altre facoltà. Posponendo la selezione alla fase che precede l’attività professionale, sempre la Spagna ci insegna che si possono introdurre dei test veramente selettivi per l’accesso alle specialità qualora i neolaureati in medicina abbiano deciso di professare la propria attività nell’ambito del Ssn spagnolo. A questo livello appare assai più giustificabile programmare il numero di medici in base alle previsioni delle effettive necessità di un servizio sanitario pubblico.
Concludendo, la sintesi dei programmi elettorali ci ha portato a evidenziare delle dichiarazioni per certi versi inaspettate in schieramenti politicamente opposti, al di là delle prevedibili (per non dire scontate) dichiarazioni di intenti. A tale proposito, spiccano soprattutto le convergenze riscontrate in materia di centralità del servizio pubblico in sanità e di abolizione del numero chiuso in medicina. La prima potrebbe essere giustificata dal tentativo di attrarre i voti degli elettori in età avanzata dopo il lungo periodo pandemico, la seconda quelli degli elettori più giovani. Staremo a vedere nel dopo-elezioni se e come i politici faranno seguire i fatti alle parole per tutte e due le proposte.

* Centro studi di politica e programmazione socio sanitaria
Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, Milano

(Nel rispetto del "silenzio elettorale", questo articolo viene pubblicato a urne chiuse)


© RIPRODUZIONE RISERVATA