Aziende e regioni

Fascicolo sanitario elettronico: la scommessa di "coprire" tutto il territorio nazionale

di Fabrizio Ammirati *

S
24 Esclusivo per Sanità24

In ambito sanitario, i big data rappresentano un punto cruciale per la trasformazione digitale, non solo per la possibilità immediata di poter accedere ai dati del paziente ed in qualunque momento per la sua cura, ma anche per la ricerca scientifica, dal momento che l’analisi dei dati può condurre ad una medicina personalizzata, costruita sul paziente in ogni momento, per poter fare meglio prevenzione ed assisterlo quando necessario.
Il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) è uno dei tanti strumenti che utilizza la Sanità Digitale per gestire i dati sanitari, al fine di migliorare la comunicazione e l’interazione tra gli utenti e gli operatori del Sistema sanitario nazionale. Istituito nel 2012, definito come lo strumento che raccoglie "l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito" (Dpcm n.179/2015), solo nel 2020 ne viene stabilita l’apertura per legge, mentre prima era necessario il consenso del paziente. Al suo interno possono confluire informazioni sanitarie e tutti i documenti sanitari (prescrizioni di medicinali, visite specialistiche, esami di laboratorio o referti radiologici, di visite specialistiche, verbali di pronto soccorso, lettere di dimissione ospedaliera o terapie).
Uno dei problemi del Fse risiede nell’essere stato poco conosciuto fino all’epoca Covid, quando fu "riscoperto" per la condivisione dei risultati dei tamponi Sars-COV2 e del Green Pass, ma soprattutto è tutt’ora scarsamente alimentato dai medici e dai pazienti ed in maniera disomogenea (quanto a documentazione inserita ed a territorio). Il Pnrr rappresenta in tal senso una grande opportunità, avendo messo in programma una reingegnerizzazione per l’utilizzo clinico dello stesso. Per questo motivo, è fondamentale che il Fse sia interoperabile con tutti i sistemi utilizzati, ad esempio la piattaforma nazionale di telemedicina, che consentirà l’utilizzo dei vari servizi a seconda delle necessità e che dovrà interoperare con le varie piattaforme regionali ed aziendali.
L’investimento 1.3.1 della Component 2 della Missione 6 ha proprio come obiettivo quello di garantire un accesso unico a sanitari e pazienti al fine di condividere le informazioni tra gli attori e per poter effettuare una analisi dei dati. Alcuni mesi fa, il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, insieme alle Regioni, al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, al Ministero della Salute, al Ministero dell’Economia e delle Finanze e a Sogei, ha avviato la prima fase di un progetto pilota per incrementare l’alimentazione dei Fse e la portabilità tra Regioni per i cittadini che si trasferiscono: le Regioni Basilicata, Campania e Piemonte hanno partecipato per l’incremento dell’alimentazione, mentre le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Puglia per la trasferibilità automatica. I risultati incoraggianti sono stati presentati in Conferenza Stato-Regioni: la Regione Basilicata è passata dal 27% dei documenti disponibili sul Fse al 95%; la Regione Campania dal 1,5% al 53%; e la Regione Piemonte dal 50% al 80%; la migrazione dei documenti tra le Regioni pilota è passata dal 14% al 93% da ottobre 2021 a giugno 2022. Partirà dunque ora la fase che dovrà interessare tutto il territorio nazionale, affinché tutte le Regioni possano alimentare e usufruire del Fse.
Il tema, affrontato il 21 ottobre a Roma durante il congresso "Cardiologia Digitale 2022", ha visto esperti del settore intervenire su argomenti come la piattaforma nazionale di telemedicina, dei documenti di consensus inerenti e delle esperienze di sanità digitale nel campo delle aritmie, della cardiopatia ischemica, dello scompenso cardiaco, con una particolare attenzione al collegamento ospedale-territorio, esigenza della quale si parla da anni, ma più che mai attuale anche alla luce delle necessarie modifiche per il prossimo futuro, conseguenti alla nuova riforma per la sanità territoriale e agli investimenti del Pnrr. L'obiettivo è mettere insieme le competenze per riuscire a proporre il miglior servizio possibile per la presa in carico di fasce di popolazione specifiche, utilizzando le tecnologie digitali.

* direttore Uoc Cardiologia, direttore Dipartimento di Medicina
Ospedale G.B. Grassi – Asl 3 Roma


© RIPRODUZIONE RISERVATA