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Il caso Am Trust e quel vuoto di vigilanza che lascia soli i pazienti

di Roberto Simioni, Presidente Obiettivo Risarcimento

Noi l'allarme lo abbiamo lanciato da tempo. Adesso speriamo non sia troppo tardi affinché i disastri delle compagnie estere che operano in Italia nel settore della malpractice non debbano essere pagati con la salute dei cittadini, con la sofferenza delle famiglie e con i soldi pubblici.

La cronaca di questi giorni – ben narrata dal "Sole 24 Ore Sanità – racconta infatti che Am Trust, società assicurativa figlia della americana AM Trust Financial Inc, che in Italia copre il 60% degli ospedali e circa 40mila professionisti della sanità contro i rischi di malpractice, potrebbe ritrovarsi ad aver problemi a pagare i risarcimenti alle vittime di malasanità. Decine di migliaia di famiglie con danni biologici o mortali si trovano così già oggi a vivere nel disagio di non sapere e non conoscere chi li garantirà. Questi cittadini dovranno cavarsela da soli dopo che la loro salute è stata lesa ingiustamente. Sarà lo Stato a intervenire, con ulteriori soldi della collettività rispetto a quelli già spesi per pagare premi che non avranno mai un corrispettivo? O saranno finalmente prese adeguate misure perché la società madre, AM Trust Financial, si impegni pubblicamente e politicamente a pagare quanto deve?

Occorre intervenire tempestivamente perché ciò avvenga, ma occorre anche riscrivere le regole generali di un settore che ha parametri non più sostenibili. Perché non è sostenibile che una compagnia sola, che tra l'altro detiene il 60% del mercato e raccoglie centinaia di milioni di euro di premi, si trovi in questa situazione di possibile insolvenza. Ma questa è solo la punta dell'iceberg perché, come AM Trust, ce ne sono molte altre, forse ancora meno solide e più avventuriere, che continuano a stipulare contratti assicurativi nella sanità, a incassare premi, e a non avere patrimoni sufficienti per erogare i risarcimenti, il tutto a spese di pazienti e soldi della collettività. Siamo seduti su una bomba pronta ad esplodere le cui responsabilità ricadono anche sul governo e sulla politica, che hanno sonoramente ignorato il problema per anni. Come degli organi di controllo, a cominciare dall'Ivass oggi e dall'Isvap ieri. Dove sono stati fino ad oggi? Perché non hanno controllato? E se non hanno il potere di vigilanza perché le compagnie estere sono in Italia in base al regime di libera prestazione di servizi, qual è la loro utilità? L'Italia, adeguandosi alla prescritta liberalizzazione europea, ha mostrato palesemente le proprie debolezze legislative, per leggi obsolete e a maglia larga che non riescono ad evitare rischi anche molto imponenti. E' in questa latenza delle regole che AM Trust ha deciso deliberatamente di operare nel nostro Paese, con una strategia premeditata di cui oggi vediamo i primi nefasti effetti. Bisogna essere preoccupati, tutti.

Come Obiettivo Risarcimento svolgiamo con passione un delicato lavoro di tutela di pazienti danneggiati da errori medici ed abbiamo sempre denunciato i rischi di assicurazioni estere poco solide, se non del tutto affidabili, perché siamo ben consapevoli del problema. Ma nessun soggetto politicamente coinvolto ha mai alzato un dito. Ed oggi il paziente è in balia di se stesso. In primo luogo perché al cittadino è interdetta l'azione diretta nei confronti delle assicurazioni, come, al contrario, avviene per l'RC auto. Il comparto assicurativo si è giovato dei doppi passaggi, delle lungaggini del sistema giudiziario, della farraginosità del percorso di risarcimento. Assicurazioni straniere "furbe" ne hanno giovato, e i cittadini ci hanno rimesso e ci rimetteranno ancora. Se non si prenderanno contromisure, sarà sempre peggio. La prima, inderogabile azione, è quella di attivare la modalità di azione diretta di risarcimento, esattamente come già avviene nel settore automobilistico.