Lavoro e Professione

Arrestati dai Nas 9 cardiologi di Modena con vari capi d'accusa tra cui sperimentazioni cliniche senza autorizzazione

Dalle prime ore della mattinata, 150 Carabinieri del Nas e di 10 Regioni stanno traendo in arresto, su ordine della procura di Modena, 9 medici cardiologi, effettuando 33 perquisizioni , nonché applicando la misura di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 aziende che producono attrezzature sanitarie e l'interdizione dall'esercizio di attività e professioni nei confronti di 7 persone.

Gli arrestati sono specialisti che hanno svolto (o svolgono) attività nella Cardiologia del Policlinico di Modena, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, peculato, corruzione, falso,truffa al sistema sanitari nazionale e sperimentazioni cliniche senza autorizzazione.

L'indagine, condotta dai Nas di Parma e coordinata dalla Procura di Modena, ha portato alla scoperta dell'esistenza di una collaudata organizzazione composta da cardiologi e rappresentanti di ditte fornitrici di attrezzature mediche coinvolti in un giro di corruzione, avvalendosi, tra l'altro, di sperimentazioni cliniche senza autorizzazione, installazione di apparecchiature mediche, risultate anche difettose, su pazienti ignari, creazioni di falsi nelle cartelle cliniche, spese illecite a carico del Ssn, creazione di fittizie Onlus su cui far confluire somme di denaro per incentivare le sperimentazioni non autorizzate. L'operazione ha inoltre portato alla confisca di circa 1 milione di euro depositati su conto correnti bancari.

«E' un fatto grave, una notizia brutta ma al tempo stesso buona, perché dimostra che c'è un sistema di contrasto importante, che riesce a sgominare illegalità e corruzione», ha commenatato il ministro della Salute Renato Balduzzi.

Per il ministro si tratta di un fatto grave, «perché dimostra, ove siano confermate le accuse, ma si tratta di accuse pesanti, che c'è purtroppo una quota di professionisti che non sta alle regole del sistema, ma anzi cerca di approfittare degli interstizi».

Balduzzi tiene comunque a precisare che si tratta «di un fenomeno marginale, che sicuramente crea preoccupazione, ma non è la punta di un iceberg. In questi mesi ho verificato che la sanità in Italia è davvero a macchia di leopardo, con picchi di eccellenza e abissi, dentro la stessa struttura. Il fattore umano e organizzativo è così importante che anche in territori di eccellenza possono annidarsi problemi, nicchie di inefficienza e spreco e, a quanto sembra, corruzione e illegalità».

Gli arresti di Bari. Sermpre oggi in Puglia sono stati arrestati dai finanzieri di Molfetta il primario del reparto di Oculistica dell'Ospedale «Sarcone»' di Terlizzi (Bari) e due medici oculisti abusivi esterni alla struttura: sono accusati di aver organizzato e gestito all'interno del nosocomio una vera e propria clinica privata, procurandosi così un ingiusto vantaggio patrimoniale ed arrecando un danno della Asl di Bari/2 di circa 140 mila euro per il periodo marzo-luglio 2012.

I tre sono accuasti di abuso d'ufficio, falso materiale e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici: secondo la GdF hanno organizzato e gestito nell'ospedale un vero e proprio "centro di potere" in totale autogestione.

Il danno patrimoniale alla Asl Bari/2 è dovuto all'uso di materiale sanitario e, più in generale, dall'utilizzo illecito del reparto che ha comportato una frode al Servizio sanitario nazionale con esborso di denaro pubblico a carico dell'ospedale.

Il danno subito dalla pubblica amministrazione si è sostanziato nelle spese non obbligatorie che il primario faceva lievitare, mediante l'agevolazione dei ricoveri dei pazienti dei dottori abusivi', successivamente operati dagli stessi, nonchè nell'indebito utilizzo delle strutture del reparto da parte degli abusivi (sala operatoria, posti letto e lavoro in nero delle infermiere).

Per far figurare il reparto da lui diretto alla stregua di una unità operativa complessa, il primario autorizzava ricoveri ospedalieri notturni non necessari di pazienti affetti da patologie oftalmiche: le relative prestazioni sanitarie potevano infatti essere trattate in regime di Day Hospital o Day Surgery. Naturalmente il medico era costretto a falsificare le cartelle cliniche dei pazienti e la scheda di dimissioni ospedaliera.

Inoltre il primario consentiva a due oculisti non appartenenti al reparto (non strutturati, ovvero privi di qualsiasi autorizzazione per poter operare presso un ente pubblico e non legati alla struttura ospedaliera da alcun contratto) di eseguire interventi oftalmici in sala operatoria, omettendo di riportare la loro presenza sui registri operatori e dunque attestando il falso.

Le Fiamme gialle hanno anche eseguito il sequestro preventivo del reparto di Oculistica.