Dal Governo

Balduzzi sulla spesa sanitaria: «Siamo ancora nella sostenibilità». Replica delle Regioni: «Con i tagli Ssn insostenbile»

La sanità italiana «negli ultimi 10-15 anni ha avuto le movenze di un cavallo un pò bizzarro che alla fine, però, ha dimostrato di essere domabile». È l'immagine utilizzata dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, in occasione della conferenza stampa che lo stesso ministro ha definito di "fine anno sanitario", convocata per «fare chiarezza sui numeri della sanità». L'obiettivo, ha chiarito il ministro, è stato di puntare «sulla capacità del sistema di auto controllarsi. Anche avendo però buone performance, il nostro sistema sanitario può migliorare. Ci sono infatti margini di inefficienza e spreco», ha concluso Balduzzi, tuttora aggredibili.

«A oggi mettendo insieme spending review e legge di stabilità siamo ancora - secondo Balduzzi - dentro una sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. A condizione però che gli strumenti che sono stati individuati siano utilizzati. E a patto che si sia capaci di lavorare il più possibile insieme». «Siamo consapevoli - ha aggiunto- che è una sfida. Una sfida che può essere raccolta a queste condizioni».

Come ha chiarito Filippo Palumbo, direttore generale del ministero della Salute, nel 2014 il minore finanziamento per il Sistema sanitario nazionale è atteso pari a 8 miliardi. Questa cifra, ha spiegato, deriva dalla sommatoria di varie manovre: la legge di stabilità e i decreti 95 e 98. Tale definanziamento atteso comprende anche la cifra di due miliardi affidata all'ipotesi di nuovi ticket aggiuntivi. Per il 2013 invece, ha proseguito Palumbo, «il minor finanziamento atteso è pari a 5,6 miliardi». È «evidente - ha commentato Palumbo - che si tratta di una sfida difficilissima che può essere vinta solo se si incentiva una piena collaborazione tra lo Stato e le Regioni; ci vuole cioè forte sintonia tra governo centrale e Regioni»

Immediata la replica delle Regioni. «Con questi tagli il Servizio sanitario nazionale non è sostenibile», ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. «L'ammontare complessivo dei tagli effettuati dalle manovre e dagli interventi finanziari negli ultimi anni ammonta, per il periodo 2012-2015, a poco meno di 30 miliardi. Un quadro – ha continuato Errani – che mette in serio rischio servizi fondamentali per i cittadini. Questo scenario la Conferenza delle Regioni lo ha illustrato e ribadito in tutte le sedi istituzionali, in modo unanime.
Ora il Governo e il Parlamento nella discussione relativa alla Legge di Stabilità hanno la possibilità di attenuare il quadro relativo al 2013, evitando il taglio di 600 milioni. La situazione che stiamo vivendo registrerebbe, per la prima volta nella storia, un decremento del Fondo Sanitario Nazionale 2013 di circa un miliardo. Senza considerare che questa situazione si aggraverebbe nel biennio 2014-2015, mantenendo lo stesso Fondo inferiore al livello del 2012. Occorre da parte di tutti responsabilità ed impegno per assicurare la tutela del diritto alla salute che è e resta uno dei fondamentali principi costituzionali. Solo così è possibile consentire, come è indispensabile, la ridefinizione del nuovo Patto per la Salute. Diversamente – ha concluso Errani - non ci sarebbero le condizioni».

In merito infine all'aggiornamento dei Lea «posso dire che siamo alle battute finali. Questa settimana dovremmo ultimare i testi che dovrebbero consentire il raggiungimento di questo obiettivo atteso da anni», ha detto Balduzzi. Nella revisione dei Lea (sulla base dei quali si stabilisce il fabbisogno annuale del servizio sanitario), ci saranno, viene spiegato, gradi di 'assestamentò per alcune patologie. Ad esempio la cataratta o il tunnel carpale non saranno più prestazioni ospedaliere ma ambulatoriali. L'aggiornamento dei Lea, come previsto dal decreto Balduzzi, deve arrivare entro il 31 dicembre di quest'anno e dovrà includere tra le nuove patologie anche la ludopatia.

Su questo argomento il ministro si è detto «preoccupato e sconcertato da emendamenti notturni e corsari (alla legge di stabilità al Senato, ndr) in materia di gioco d'azzardo patologico che sembrano invertire l'atteggiamento del governo su una questione che ha un impatto drammatico».
«Questa é una fase convulsa - prosegue il ministro - che vede il governo impegnato a cercare di difendere i propri interventi. Siamo in presenza di lobby e gruppi di interesse, ho rappresentato le mie ragioni ai colleghi di governo interessati dalla materia. Mi auguro che il senso coraggioso delle scelte fatte nel dl salute che sono del governo e sono state migliorate in parlamento non vengano attenuate da emendamenti corsari in zona cesarini».

Per quanto riguarda i nuovi ticket previsti dal 2014 «confermo il mio giudizio sulla non sostenibilità per il sistema del quasi raddoppio dei ticket a partire dal primo gennaio 2014 (da circa tre a 5 miliardi, ndr)» ha detto Balduzzi.
L'incremento «non sarebbe sostenibile per molti cittadini eneppure dal sistema. Si finirebbe con il favorire il ricorso da parte di molti cittadini alle prestazioni del mercato privato, aumenterebbe la disomogeneità sul territorio del servizio». Per questo bisogna pensare «a una alternativa- ha spiegato- che faccia proprio il monito del presidente della repubblica: chi ha di più paghi di più. Comunque- ha chiuso - elaboreremo un documento politico e di indirizzo da lasciare alla valutazione dei nuovi decisori politici nel corso del 2013»

Secondo Balduzzi le alternative «sono più d'una», ma in generale «qualsiasi sistema di compartecipazione» dei cittadini alla spesa sanitaria «ha bisogno, a monte, di un meccanismo più forte, più sicuro, per garantire la fedeltà fiscale e sanitaria delle dichiarazioni e delle autodichiarazioni».

Solo così, afferma Balduzzi, si potrà garantire che "chi ha di più, paghi di più" per la sanità, come chiesto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Altrimenti, senza strumenti certi di contrasto all'evasione, «verrebbe paradossalmente rovesciato qualsiasi effetto di equità» di una compartecipazione legata al reddito, come la franchigia, una delle ipotesi al vaglio per evitare 2 miliardi di nuovi ticket che scatteranno dal primo gennaio 2014.