Dal Governo

Cure d'urgenza in continuità nelle Linee di indirizzo varate dalla Conferenza Stato-Regioni

di Barbara Gobbi

Integrazione e coordinamento degli interventi, anche alla luce del riordino delle cure primarie previsto dall'articolo 1 della legge Balduzzi. E' questo l'obiettivo dichiarato delle nuove Linee di indirizzo per la riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza in rapporto alla continuità assistenziale, approvate dall'ultima Conferenza Stato-Regioni prima del voto.

Quattro le finalità delle guidelines: 1) adottare sistemi di ricezione delle richieste di assistenza primaria nelle 24 ore finalizzati ad assicurare la continuità delle cure e a intercettare prioritariamente la domanda a bassa intensità, centralizzando almeno su base provinciale le chiamate al servizio di continuità assistenziale, condividendo con il Sistema di emergenza-urgenza le tecnologie e integrando i sistemi informativi regionali, lasciando comunque distinto l'accesso degli utenti alle numerazioni del 118 e delle continuità assistenziali; 2) Realizzare presidi territoriali multi professionali per le cure primarie, utilizzando le strutture ospedaliere riconvertite in punti di assistenza territoriali, potenziando ambulatori e forme di aggregazione già esistenti ma abche e soprattutto mettendo in rete e riorganizzando i punti di erogazione dell'assistenza territoriale nell'ambito dei distretti; 3) Realizzare all'interno del Ps e del Dea percorsi separati clinico-organizzativi dei pazienti classificati dai sistemi di triage con codici di gravità rossi e gialli da quelli verdi e bianchi, anche con l'invio di questi ultimi a team sanitari distinti per le prestazioni a basso contenuto di complessità che non necessitano di trattamento per cuti o comunque di permanenza in ambiente ospedaliero; 4) garantire, per il paziente a bassa complessità assistenziale, la continuità di cura attraverso percorsi agevolati che prevedano eventualmente la prenotazione per esami e ulteriori accertamenti da effettuare in tempi brevi, adottando apposite procedure per l'invio alla rete delle cure primarie, attivando ogni possibile collegamento tra gli specialisti del Pronto soccorso e la rete degli ospedali territoriali governata dal distretto.

Fin qui, il testo del vademecum. Su cui però la Fimeuc , la Federazione dei medici di emergenza-urgenza, esprime più di una perplessità. «Ben venga la continuità delle cure ma non è questa la panacea dei mali del pronto soccorso», spiegano Cinzia Barletta e Adelina Ricciardelli, rispettivamente presidente e segretario Fimeuc. «L'impegno richiesto è ben più ampio e comprende tutte quelle azioni sull'ospedale e sulle cure post acuzie che rendono finalmente disponibili i letti per acuti a un sistema di emergenza pre ospedaliero e ospedaliero, reso finalmente adeguato negli organici, nelle strutture, negli standard organizzativi già resi noti e recentemente aggiornati».