Dal Governo

Istituto superiore di sanità, Cda riunito per il nuovo statuto. I lavoratori Usb occupano l'aula magna

di Manuela Perrone

Hanno occupato l'aula magna dell'Istituto superiore di sanità proprio quando doveva riunirsi il Cda per dare il via libera alla bozza di nuovo statuto, anticipata venerdì scorso su questo sito . Un centinaio di lavoratori aderenti all'Usb, che ha dichiarato lo stato di agitazione, ha scelto l'occupazione per protestare contro il riassetto dell'Istituto. «La bozza - si legge in una nota del sindacato - contiene fortissimi elementi di privatizzazione dell'ente e di precarizzazione».

«L'Iss che emerge dalla bozza di statuto rappresenta un danno per il Paese - dice Claudio Argentini, di Usb Pi - che perderebbe di fatto l'unico ente di ricerca sanitaria che nei suoi 80 anni di storia ha garantito, proprio grazie alla sua totale indipendenza dal privato, una ricerca sanitaria libera e di qualità tutta al servizio dei cittadini e servizi tecnico-scientifici al ministro della Salute e alle Regioni. Una privatizzazione di fatto che sottende un drastico ridimensionamento con perdita di competenze a favore di agenzie come Aifa e Agenas. Sostanzialmente si andrebbe verso una burocratizzazione del sistema utile esclusivamente all'industria, farmaceutica e non, cancellando l'ente che in questi anni con le proprie competenze, in continua evoluzione grazie alla ricerca, ha saputo fornire al Paese supporto scientifico in tutte le situazioni di crisi nelle quali era in pericolo la salute dei cittadini».

Il malumore riguarda, come anticipato venerdì scorso, anche i tempi del lavoro sullo statuto: il documento è stato consegnato ai sindacati soltanto giovedì. E il presidente, Fabrizio Oleari, ha riferito l'intenzione di approvarlo entro Ferragosto.

L'occupazione è terminata poco prima delle 13. «Abbiamo chiesto al presidente, che ci aveva chiesto di liberare l'aula, che fosse ritirata la bozza», conclude Argentini. Abbiamo anche presentato degli emendamenti sulla natura dell'ente, per salvaguardare lo scopo della ricerca come prioritario. Non sappiamo se saranno accettati, ma è importante aver ottenuto che prima siano ascoltate le organizzazioni sindacali. Riteniamo quest'apertura positiva, va sorvegliato l'iter per impedire altri colpi di mano».