Dal Governo

Non autosufficienza, le promesse del Governo ai disabili gravi

Dopo la protesta serrata e drammatica davanti al ministero dell'Economia di decine di disabili gravi e gravissimi aderenti al Comitato 16 novembre onlus hanno ottenuto un incontro e una serie di promesse sul sostegno alla non autosufficienza. Loro interlocutori, il sottosegretario alla Salute Paolo Fadda, la vice ministra al Lavoro e alle Politiche sociali Maria Cecilia Guerra e il sottosegretario all'Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta.

Il Governo si è impegnato a:
1. convocare in tempi rapidi un incontro con le Regioni e i Comuni per discutere le modalità per favorire, sia nella filiera sociale che in quella sanitaria, l'assistenza domiciliare delle persone non autosufficienti nel rispetto della libertà di scelta;
2. sostenere che l'intesa con le Regioni per il riparto 2014 del fondo per le non autosufficienze confermi la destinazione, già prevista nel 2013, dell'intero ammontare delle risorse a favore della domiciliarietà e il vincolo minimo dell'utilizzo del 30% delle risorse a favore delle disabilità gravissime. Il ministero del Lavoro si impegna a confermare la costante azione di monitoraggio circa il rispetto dell'intesa;
3. proseguire nei confronti tecnici già avviati coinvolgendo l'INPS, Regioni e Comuni, per il riconoscimento dell'invalidità al 100% e la conseguente applicazione della Legge Turco e discutere dell'aggiornamento dei Lea e del nomenclatore tariffario;
4. accelerare attraverso adeguati provvedimenti normativi e amministrativi la distribuzione del Fondo non autosufficienza alle Regioni;
5. aumentare nell'iter di approvazione della legge di stabilità il fondo per la non autosufficienza.

Risposte in parte coerenti con le richieste poste dal Comitato 16 novembre. L'associazione rivendica infatti un'assistenza domiciliare adeguata alla gravità delle patologie, fino a garantire la presenza vigile 24 ore su 24, senza differenza tra Regioni. «I fondi devono - precisa Biagio Padula, del Comitato 16 novembre - andare direttamente ai disabili senza intermediazioni, serve l'aggiornamento dei Lea e del nomenclatore tariffario. Mancano - precisa ancora Padula - i soldi per l'assistenza e le cure. E non c'è più tempo per molti malati di Sla».
La proposta del Comitato è di destinare 4,5 mld di euro per un massiccio ritorno in famiglia di malati e anziani che lo desiderano. E di agevolare anche in altre Regioni il modello Sardegna nell'assistenza domiciliare ai malati. «Un progetto - sottolinea il Comitato - che ha portato in Sardegna al dimezzamento dei posti in Rsa e a un'assistenza domiciliare più vicina ai bisogni, con un dimezzamento dei costi per la sanità pubblica per gli over 65».