Dal governo
Pensioni per i primari, fondi per gli specializzandi e ricette più semplici per i cronici: il decreto sulla riforma della Pa in Gazzetta
- pdf Dl 90/2014: «Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari»
- pdf Dl 91/2014: «Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonche' per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea»
Stop ai trattenimenti in servizio oltre il limite di età. Possibilità di mandare in pensione senza appello da parte delle aziende i primari che abbiano raggiunto 40 anni di contributi. Mobilità volontaria su richiesta del dipendente senza necessità dell'assenso dell'amministrazione di appartenenza (che spesso blocca le richieste dirette), ma anche obbligatoria entro un limite di 50 chilometri dalla sede dell'amministrazione. In via sperimentale poi i trasferimenti tra amministrazioni centrali avverranno entro 2 mesi dalla richiesta dell'amministrazione interessata. Unica condizione è che l'amministrazione di destinazione abbia una percentuale di posti vacanti superiore a quella di appartenenza.
Poi niente incarichi dirigenziali a chi è già pensionato, taglio a metà di permessi e distacchi sindacali, tetto del 10% per le assunzioni a tempo determinato.
Sono questi i principi generali che valgono anche per il personale del Ssn, contenuti nel decreto legge 24 giugno 2014, n. 90 «Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 144 del 24 giugno. Assieme a un altro decreto legge, che raccoglie l'altra metà del testo originario approdato a Palazzo Chigi la settimana scorsa: il Dl 24 giugno 2014, n. 91 «Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea».
Scuole di specializzazione
Per il futuro degli specializzandi si confermano le anticipazione già pubblicate su questo sito (VEDI ): taglio di un anno della durata di tutte le scuole, a partire da quelle attivate nel 2012/2013 (in pratica resterebbero fuori dalla riduzione soltanto i corsi già arrivati al quarto o al quinto anno). Una sforbiciata che dovrebbe essere affidata a un decreto del Miur, farebbe risparmiare circa 200 milioni di euro e renderebbe il percorso italiano più simile a quello europeo, ma che aveva fatto storcere il naso tanto agli specializzandi quanto alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Poi aumento dei fondi per i contratti di formazione specialistica per consentire il ritorno a 5mila posti nelle scuole, contro i 3.300 cui si erano ridotti quest'anno. In particolare si autorizza un incremento di 6 milioni per il 2014, di 40 milioni per il 2015 e di 1,8 milioni per il 2016.
E infine l'obbligo per l'aspirante specializzando di versare un contributo di 100 euro al massimo per la copertura delle spese di segreteria per la partecipazione ai concorsi di ammissione secondo quanto previsto dalla legge 183/2011: «Per la partecipazione ai concorsi per il reclutamento del personale dirigenziale delle amministrazioni pubbliche ... è dovuto un diritto di segreteria, qualecontributo per la copertura delle spese della procedura», da cui la legge originaria escludeva il Ssn.
Prescrizioni per i cronici
Il decreto prevede la possibilità di prescrivere per i cronici medicinali fino a sei pezzi per ricetta. Purché questi siano utilizzati dal paziante da almeno sei mesi. E in questo caso la ricetta non può comunque superare i 180 giorni.
Semplificazioni sanitarie
Si tratta di uno snellimento di alcune previsioni della legge Balduzzi (189/2012) per quanto riguarda la costituzione dei fondi assicurativi. La prima è che la copertura assicurativa vale "nei limiti delle risorse del fondo". La seconda è che a stabilire le misure di contribuzione per la costituzione del fondo non sarà la contrattazione collettiva, ma il soggetto gestore.. La terza è quella che riguarda i contenuti e le procedure inerenti ai contratti assicurativi per i rischi derivanti dall'esercizio dell'attività professionale a cui il decreto premette il richiamo alla legge 148/2011 nella parte in cui stabilisce che a tutela del cliente, il professionista è tenuto a stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dall'esercizio dell'attività professionale.
Sempre in materia di semplifciazioni, bersaglio del decreto è il Consilgio superiore di Sanità, i cui compnenti si riducono da 40 a 30 e che decadrà il 25 luglio (30 giorni dopo l'entrata in vigore del Dl) e dovrà essere ricostituito sempre per quella data a ranghi ridotti.
Procedure più snelle infine anche per la realizzazione di strutture sanitarie e sociosanitarie sulle quali i comuni non dovranno più acuisire la verifica sulla compatibilità del progetto da parte della Regione.
Semplificazioni per gli invalidi
Il decreto semplifica poi anche assegnazioni e rinnovi per le patenti agli invalidi e il riconoscimento delle prerogative delle invalidità (prestazioni, indennità di accompagnamento ecc.) ai minori in modo automatico al momento del raggiungimento della maggiore età, anche se comunque in via provvisoria prima dell'effettivo accertamento dei requsiti previsti.
«Repubb lica semplice» per i manager
Mancano ancora all'appello, secondo le dichiarazioni dello stesso ministro della Salute Beatrice Lorenzin subito a ridosso del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto, la cancellazione dell'obbligatorietà dell'assicurazione per i medici che scatterebbe altrimenti dal 14 agosto prossimo e le norme sulla nuova governance che però dovrebbero essere contenute nel terzo tassello della riforma, il Ddl sulla Pa. La delega («Repubblica semplice») introdurrà, secondo quanto spiegato dal ministro, una vera e propria rivoluzione sul riordino della governance delle aziende sanitarie, con una selezione unica nazionale per i direttori generali. Potranno essere nominati soltanto coloro che, all'esito di una selezione pubblica nazionale, saranno iscritti in un elenco tenuto dal ministero della Salute e aggiornato con cadenza biennale. I direttori dovranno possedere titoli professionali specifici, avere frequentato uno specifico corso universitario di formazione in gestione sanitaria. I direttori nominati dovranno garantire obiettivi di gestione, i livelli essenziali di assistenza, l'equilibrio di bilancio e i risultati del programma nazionale valutazione esiti.
Il direttore generale potrà essere dichiarato decaduto dall'incarico se non raggiunge gli obiettivi o commette gravi violazioni di legge o regolamento, o i principi di buon andamento e imparzialità. Il direttore generale dichiarato decaduto viene cancellato dall'elenco e non potrà più essere nominato.
Prevista l'istituzione, su base regionale, degli elenchi dei direttori amministrativi e dei direttori sanitari. Per essere nominato direttore amministrativo o direttore sanitario occorrerà superare una selezione pubblica per titoli e colloquio, contrariamente a quanto avviene attualmente con la nomina di queste figure di vertice in modo strettamente fiduciario e prescindendo da qualsiasi selezione. Gli idonei verranno iscritti nell'elenco pubblico tenuto dalla Regione.
Le commissioni di concorso sono composte da esperti di qualificate istituzioni scientifiche. Coloro che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati verranno cancellati dall'elenco e non potranno essere rinominati.