Dal governo

In arrivo 27 mln per le cure nelle isole minori

di Ro. M.

È all'esame della Conferenza Stato-Regioni la proposta di delibera Cipe per il riparto della quota del Fsn 2011-13 destinata alla realizzazione di progetti finalizzati all'ottimizzazione dell'assistenza sanitaria nelle isole minori e nelle località caratterizzate da eccezionali difficoltà di accesso. Si tratta di 27 milioni di euro: 600mila euro suddivisi in tre quote da 200mila euro per le tre Regioni capofila per la redazione di progetti pilota (Veneto sull'emergenza-urgenza, Toscana sull'integrazione ospedale-territorio e Sicilia sull'assistenza territoriale); i restanti 26,4 mln destinati ai progetti regionali sono suddivisi in 18,48 mln per le isole minori e 7,92 per località con difficoltà di accesso.

In questi contesti la presenza di medici di base e specialisti ambulatoriali è disomogenea e l'assistenza sanitaria deve fare i conti con una serie di difficoltà causate da una viabilità difficile, dalla lontananza dei residenti dai centri abitati e da una forte oscillazione della popolazione residente dovuta ai flussi turistici, con la conseguente necessità di calibrare i servizi secondo dimensioni modulabili. Senza contare che in molte di queste aree sono in atto una riconversione dei presìdi ospedalieri e una riduzione dei punti nascita, in attuazione della normativa.

Tra i punti di forza: l'impiego della telemedicina, soprattutto nei casi di emrgenza-urgenza e per la gestione della cronicità, e la disponibilità di diverse tipologie di mezzi di soccorso (elisoccorso e soccorso navale). Obiettivi specifici del progetto: facilitare l'accesso del cittadino alle prestazioni sanitarie, mettere in sicurezza i punti nascita, potenziare il sistema di emergenza sanitaria territoriale, favorire l'integrazione fra prevenzione, assistenza territoriale e ospedaliera, supportata da sistemi di informatizzazione e telemedicina, anche partendo dall'esperienza maturata negli ultimi sei anni attraverso il progetto ministeriale Eolienet (teleanalisi, telecardiologia, teleconsulto, sincrono e asincrono, attivazione di protocolli terapeutici).

Per la continuità assitenziale le zone disagiate sono state suddivise in «tipo A», in cui non sono presenti ospedali, i collegamenti con la terra ferma sono difficili e i flussi turistici sono medi rispetto alla popolazione residente; e di «tipo B» in cui sono presenti strutture ospedaliere, i collegamenti sono sufficienti e il flusso turistico elevato.


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