Dal governo

Epatiti B e C, ecco il Piano nazionale

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Anteprima. Cinque linee di indirizzo strategiche, ciascuna con obiettivi specifici e attività chiave, dedicate ad epidemiologia, prevenzione, sensibilizzazione informazione e formazione, cura trattamento e accesso, impatto sociale. E una forte regia centrale in cui tutto si tenga, orchestrata coinvolgendo Lungotevere Ripa, Aifa, Iss, Conferenza Stato-Regioni, società scientifiche, esperti e associazioni di pazienti.

Il Piano nazionale per la prevenzione delle epatiti virali (Pnev), trasmesso dal ministero della Salute alle Regioni, ha come priorità assoluta la realizzazione di un approccio omogeneo a livello regionale, «in accordo con il principio universalistico di diritto alla salute di tutti gli individui, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, fortemente perseguito dal ministero». Equità e parità di accesso, dunque, compresa la garanzia a tutti i pazienti di ricevere le nuove terapie, per le quali in fase di ricerca clinica sono stati documentati tassi di guarigione più elevati rispetto alle cure disponibili in passato.

Il successo, si legge nel documento che qui anticipiamo, potrà arrivare soltanto a tre condizioni: identificazione delle aree prioritarie di intervento, con la definizione di azioni appropriate e relativi tempi di realizzazione e responsabilità; piena adesione e collaborazione con la Conferenza Stato-Regioni, azione centralizzata di coordinamento e monitoraggio dell’applicazione e dell’efficacia del Pnev, sotto la guida del ministero. Perché ciò che non viene misurato e monitorato non può essere né realizzato né migliorato.

Prima linea di indirizzo: Epidemiologia. Tre gli obiettivi: conoscere la prevalenza delle infezioni croniche da virus B e C dell’epatite, anche per identificare il numero di pazienti non ancora diagnosticati; realizzare progetti pilota di screening su HCV in regioni del Nord, Centro e Sud su soggetti a rischio di infezione; implementare la qualità dei dati del sistema di notifica e di sorveglianza e, ove possibile, interrogare altri database nazionali o regionali per delineare la prevalenza di HBV e HCV, sia come in fezione che come malattia acuta o cronica.

Seconda linea d’indirizzo: Prevenzione. Due gli obiettivi: uniformare/standardizzare su tutto il territorio nazionale le attività di prevenzione delle infezioni nei soggetti a maggiore rischio; ampliare la copertura vaccinale per anti-HBV nelle popolazioni a rischio, con particolare attenzione a quelle difficili da raggiungere; prevenire la trasmissione perinatale nei figli di madri HBsAg positive; raggiungere e mantenere la copertura del vaccino anti-HBV>95% nei nuovi nati.

Terza linea di indirizzo: Sensibilizzazione, informazione, formazione. Tre gli obiettivi: valutare il grado di conoscenza e consapevolezza (o rischio percepito) sulle epatiti virali; effettuare campagne informative, educative e di prevenzione nella popolazione generale e nei gruppi a maggior rischio di esposizione all’infezione; realizzare attività di formazione per il personale medico e paramedico e per gli operatori di specifici settori operativi.

Quarta linea di indirizzo: Cura, trattamento e accesso. Sei gli obiettivi: istituire una rete nazionale di centri specializzati per garantire percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali standard per pazienti affetti da epatite e, quindi, equità di accesso qualificato alle cure su tutto il territorio italiano; aggiornare e armonizzare le linee guida nazionali e creare un unico Pdta nazionale per il trattamento delle epatiti B e C; realizzare un registro nazionale per identificazione, cura ed esiti del trattamento delle epatiti virali; promuovere studi di costo efficacia dei diversi trattamenti anti HCV e anti HBV e dell’impatto complessivo sulla spesa sanitaria nel breve e lungo periodo; promuovere studi clinici atti allo studio dei meccanismi di trasmissione verticale del virus HCV e HBV per ridurre l’infezione al feto in donne infette gravide; stabilire dei percorsi standard di follow-up nei pazienti HCV guariti.

Quinta linea di indirizzo: Impatto sociale. Due gli obiettivi: Migliorare l’aderenza terapeutica dei pazienti apatopatici nonché la qualità di vita loro e dei familiari, attraverso il counselling; seprimentare un modello di assistenza comiciliare epatologica in pazienti con cirrosi avanzata.


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