Dal governo

Intesa quasi fatta dietro promessa di un aumento nel 2016 del Fsn a 113 miliardi

C’è l’assenso del Veneto, nel senso che voterà o al peggio accetta di astenersi dal voto di oggi, e la conferma che il Fondo sanitario nazionale crescerà nel 2016 a 113 miliardi: l’Intesa sui tagli oggi si farà. L’annuncio arriva dal presidente della Conferenza Stato-Regioni Sergio Chiamparino, oggi formalmente dimissionario ma in via di riconferma.
«Il Veneto parteciperà e darà l’Intesa - ha affermato Chiamparino -. Abbiamo introdotto due elementi nuovi: la conferma che i fondi per il 2016 saranno di 113 miliardi, come era già previsto, e poi c’è un impegno a fare una verifica sul Patto per la salute e procedere a una eventuale revisione».

Chiamparino, che ha già annunciato di essere disposto a riassumere l’incarico ma «al netto della vicenda Tar in Piemonte», incassa intanto il supporto dei governatori: da Giovanni Toti della Liguria a Catiuscia Marini dell’Umbria. «Di questo tema ho parlato recentemente con alcuni governatori amici - ha sottolineato Toti - comunque ci tengo a dire che per me Sergio Chiamparino è stato un buon presidente della Conferenza delle Regioni».
«Io sono per la conferma di Chiamparino», ha detto anche la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini.

Chiamparino ha segnalato comunque la necessità «di operare nuovi approfondimenti dopo il cambio degli equilibri politici sopravvenuti dopo le recenti elezioni regionali, che hanno visto il rafforzamento del Pd, soprattutto al Sud». In ogni caso, ha aggiunto Chiamparino, «della mia ricandidatura alla presidenza della Conferenza delle Regioni si parlerà oggi pomeriggio nel corso di un incontro presso la sede nazionale del Pd, a cui dovrebbero prendere parte tutti i governatori Dem». Il punto nodale, ha avvertito l'amministratore piemontese, «è la mia futura piena operatività». Chiamparino è poi intervenuto sulle dimissioni che ha formalizzato nella conferenza di oggi: «Si è trattato di un atto dovuto, anche perchè non è stato rieletto il vicepresidente: ma tuttavia trovo giusta una ridefinizione dei ruoli di vertice a fronte del cambiamento degli equilibri post-elezioni, che hanno riguardato non tanto la presenza dei partiti ma scelte a livello territoriale. Entro il 30 luglio - data della sua decadenza da presidente, secondo quanto annunciato oggi in Conferenza - vorremmo avere una proposta sul ruolo della presidenza, sulle scelte riguardanti la vicepresidenza e la responsabilità delle commissioni, queste ultime ferme a quando la geografia politica non era quella attuale. Naturalmente - ha concluso - tutto dipende dalla legittimità della mia candidatura in Piemonte, piuttosto che su quella politica, visto che per quanto riguarda le scelte degli elettori non può esserci discussione».


© RIPRODUZIONE RISERVATA