Dal governo

Intesa sui tagli: una nuova spending review

di Sandra Zuzzi (presidente Fare)

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24 Esclusivo per Sanità24

Il 2 luglio scorso la Conferenza Stato-Regioni ha siglato l’Intesa che attua quanto previsto dalla legge di Stabilità 2015, prevedendo un taglio alla sanità da 2,35 miliardi, e che è stata recepita dagli emendamenti presentati ieri dal governo al Dl Enti locali. Non tutte le Regioni dal punto di vista politico hanno condiviso la strategia alla base del testo approvato, anche se, nella sostanza, l’Intesa alla fine è stata sottoscritta.

Come prevedibile il nuovo accordi porta con sé una nuova spending review relativa ai contratti per la fornitura di beni e servizi in sanità, nuovi tagli alla farmaceutica e nuove disposizioni nell'ambito dell'acquisto dei dispositivi medici, tra cui la novità dell'introduzione del pay back, sinora riservato all'ambito farmaceutico.
Il testo dispone che gli enti del Ssn sono tenuti a proporre ai fornitori una rinegoziazione dei contratti che abbia l'effetto di ridurre i prezzi unitari di fornitura e/o i volumi di acquisto, al fine di garantire un abbattimento su base annua del 5% del valore complessivo dei contratti in essere. In caso di mancato accordo gli enti del Ssn hanno il diritto di recedere dal contratto senza alcun onere, e possono assicurare la disponibilità dei beni e servizi necessari accedendo a convenzioni quadro anche di altre regioni, o tramite affidamento diretto in ampliamento di contratti stipulati dagli enti del SSR anche di altre Regioni, previo consenso del nuovo esecutore.

Il testo proposto della Conferenza, ad una prima lettura, non pare tenere conto delle difficoltà tecniche che si sono manifestate nell'attuazione delle precedenti spending review, e che hanno spesso vanificato gli sforzi delle amministrazioni tese ad applicare il dettato normativo.

Se si prende in considerazione l'ambito dei contratti di fornitura di beni, nella precedente spending review si è assistito ad un generale diniego, da parte dei fornitori, alla concessione di una riduzione di prezzi del 5%, e a una generale difficoltà delle amministrazioni a ridurre i volumi, posto che la riduzione, in molti campi, significa una indiretta riduzione di attività. Inoltre, difficoltà non trascurabile, l'accesso a contratti stipulati da altri Enti del Ssr o alle convenzioni-quadro risulta rallentato dalla mancanza di informazioni, posto che spesso nemmeno i soggetti aggregatori rendono facilmente accessibili i dati relativi ai contratti stipulati.
L'unica strada percorribile risulta quindi, spesso, l'indizione di nuove gare, il cui risultato risulta fruibile dopo mesi, posta la complessità delle procedure di gara.
Analoga difficoltà si rileva nel campo dei contratti di servizi, dove si è agito, per le difficoltà di cui sopra, quasi esclusivamente sulla qualità delle prestazioni, e dove a nostro avviso il ricorso a nuove gare è imprescindibile.
Per contro il costo del lavoro amministrativo correlato all'applicazione della spending review è stato rilevante, soprattutto se rapportato ai risultati spesso deludenti ottenuti.

Quali quindi le proposte? Sicuramente l'unica strada realmente produttiva è la revisione dei capitolati posti a base di gara, con standardizzazione delle prestazioni ove possibile sia in riferimento all'acquisizione di beni che di servizi, e l'adozione di procedure di gara più snelle, in grado di fornire risultati in tempi accettabili.


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