Dal governo

Lorenzin: «Stretta su 180 prestazioni. Per il decreto consulterò medici e sindacati». Presto la legge sulla responsabilità professionale

di L.Va.

La ministra Beatrice Lorenzin ha affrontato a 360 gradi i temi caldi della sanità, durante la conferenza stampa che si è tenuta in serata dopo l’incontro giudicato «costruttivo» con i sindacati, che la ministra della salute ha voluto per chiarire i punti roventi del Dl enti locali e non solo. L’ultimo di altri incontri futuri, in vista della preparazione di un prossimo decreto sull’appropriatezza, perché ha spiegato Lorenzin «Mi riservo di riconsultarli quando avremo il testo definitivo per verificare che non ci siano incongruità, dal momento che l'interesse è quello di fare azioni che vadano a vantaggio dei pazienti e che siano aderenti alla realtà della pratica quotidiana di chi sta sul campo, cioè i medici e non i burocrati».

Dg Botti: la check list appropriatezza
«Nessuno - ha spiegato Lorenzin - negherà una Tac necessaria. Non siamo sceriffi. Quello che abbiamo tentato di fare è limitare le distorsioni, non certo la prevenzione. Vogliamo evitare di fare il copia-incolla di un elenco di prestazioni che non servono». Odontoiatria pubblica da riservare ai ragazzi sotto i 14 anni e ai pazienti economicamente disagiati, stretta sui test genetici, sugli esami di laboratorio e sulle prestazioni ad alto costo: in particolare Tac e risonanze magnetiche agli arti, oltre che l'Rmn con mezzo di contrasto per la colonna vertebrale. Sono i punti su cui si concentrerà la definizione dei criteri per prestazioni sanitarie più appropriate, in grado di ridurre i costi della sanità pubblica, al centro del decreto che il ministero della Salute dovrà adottare entro 30 giorni dall'entrata in vigore del Ddl di conversione del Dl enti locali. Ad elencarli Renato Botti, direttore generale della Programmazione del ministero. Il Dg ha sottolineato che il sistema sanitario punta a offrire prestazioni di comprovata efficacia, e che in questo caso vengono introdotte le indicazioni sulle condizioni necessarie perché il paziente abbia diritto alla prestazione. Per quanto riguarda l'odontoiatria, il dirigente ha evidenziato che in realtà si tratterà di indicare criteri uniformi, poiché già oggi le prestazioni odontoiatriche vengono garantite ai ragazzi under 14 e alle persone in particolari condizioni economiche. «Nessuno impedisce alle Regioni che vogliano offrire di più di farlo - ha precisato Botti - ma questo ovviamente non riguarda le Regioni in Piano di rientro». Quanto invece ai test genetici, questi esami «hanno avuto un grosso sviluppo, ma sono stati spesso posti a carico del Ssn quando non erano necessari», ha puntualizzato, sottolineando che l'indicazione sarà solo per specifici sospetti. Anche su Tac e risonanze saranno messi “paletti” solo nei casi in cui questi esami si considerano eccessivi rispetto alle evidenze scientifiche. In tema di esami di laboratorio, infine, saranno previsti solo per specifici sospetti diagnostici.

Lorenzin: «Riforma dirigenza, una rivoluzione per il Ssn»
Durante la conferenza stampa, Lorenzin ha preso un preciso impegno per fare approvare, entro la fine del 2015 (in concomitanza con la Legge di stabilità), la normativa sulla responsabilità professionale medica che incida anche sul Codice civile e penale. Per la ministra il nuovo sistema per la selezione dei manager sanitari, previsto dalla riforma della Pa approvata oggi, «rappresenta una rivoluzione per il sistema sanitario nazionale». «Da oggi cambierà profondamente il modo di gestire l'assistenza nei territori - e ha ricordato - è passata la legge Madia ed è legge la norma Lorenzin sulla nuova modalità di selezione dei manager. Mi sono impegnata a emanare i decreti attuativi entro la fine di settembre, in modo che si possa procedere concretamente. Si tratta di una norma che potrebbe passare inosservata, ma cambierà profondamente la sanità», ha assicurato Lorenzin. Ci sarà «trasparenza nei percorsi che è un elemento fondamentale. Abbiamo molti operatori, ma pochi manager che gestiscono il sistema: selezionarli bene può fare la differenza», ha aggiunto il ministro sottolineando come sia importante anche la scelta dei direttori sanitari e amministrativi che «devono rispondere a criteri diversi da quelli della politica».

Palermo (Anaa o) : «N o alle penalizzazioni dei medici»
Carlo Palermo, vicesegretario nazionale Anaao Assomed ha ammesso: «Abbiamo apprezzato la posizione espressa dal ministro sulla soluzione dei problemi legati alla responsabilità professionale e alla tutela assicurativa». Ma non è una sviolinata: «Questo però non ci esime dal criticare fortemente alcuni aspetti del decreto enti locali convertito in legge». E precisa: «La prima inappropriatezza riguarda la penalizzazione dei medici sui percorsi diagnostico terapeutici. Esistono infatti evidenze scientifiche che dimostrano l'inutilità di questi provvedimenti. La seconda inappropriatezza è il voler determinare per decreto, attraverso percorsi burocratici, questioni estremamente delicate che attengono alla cultura professionale medica e all'etica medica. Le linee guida richiedono tempi lunghi e non riteniamo possibile, come si vuol fare, risolvere un problema così complesso in soli 30 giorni. Infine è inaccettabile che dopo la sentenza della Consulta che sblocca i contratti, siano previste ulteriori penalizzazioni economiche per quanto legate a percorsi di ristrutturazione». E conclude Palermo: «Questo è uno schiaffo che il Governo ha elargito anche alla Corte Costituzionale».

Cozza (Fp Cgil Medici): «Contrari a scure su medici e cittadini»
«Molto bene aggredire l'inappropriatezza, e dunque lo spreco di denaro a causa di esami diagnostici o strumentali eseguiti senza una effettiva utilità, ma ribadiamo la nostra contrarietà - ha commentato il leader sindacale - al fatto che a pagare debbano essere i cittadini, che possono essere penalizzati, ed i medici, “sotto la scure” delle sanzioni in caso di prescrizioni ritenute appunto inappropriate».
«Abbiamo apprezzato l’impegno a fare approvare la normativa sulla responsabilità professionale medica, che incida anche sul Codice civile e penale. Un provvedimento necessario e molto atteso, che permetterà di affrontare la spinosa questione della cosiddetta medicina difensiva». Un fenomeno, ha ricordato il segretario della Fp Cgil Medici, che «ogni anno costa oltre 10 miliardi di euro».



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