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Stabilità 2016/ Lorenzin: «Confermati i due miliardi in più, Fsn non può scendere sotto i 112 mld»

Pareva una secchiata d’acqua gelida, quella gettata ieri sul Fondo sanitario nazionale 2016 dal premier Renzi, secondo cui con la prossima legge di Stabilità «male che vada il Fondo resta invariato». Ma, davanti ai primi campanelli d’allarme, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin si affretta a smentire: «Non ci saranno più tagli lineari alla sanità. Diciamo che “male che vada” vuol dire che non ci sono tagli lineari al sistema salute, che ci sono due miliardi in più - ha affermato Lorenzin, a margine della presentazione a Roma del rapporto dei Nas “Estate tranquilla” -. Ovviamente farò in modo di avere più risorse possibili e di andare verso il tendenziale del Def che avevamo approvato nel patto della Salute. Ma questo significa che il comparto sanità non viene più aggredito, che non ha un decremento del finanziamento ma che invece comincia a crescere nuovamente, penso che questo sia un obiettivo che tutti ci dobbiamo porre».
Poi, la precisazione della ministra sulle cifre: «Ricordo che nella legge di stabilità del 2015 eravamo a 112 miliardi, che poi le regioni hanno deciso di ridursi. Questa riduzione è molto tosta per la gestione del sistema sanitario che avverrà per il 2915. Per il 2016 credo che dobbiamo mantenere almeno il fondo previsto dal patto della Salute per il 2015, attuare la spending review interna con il programma di risparmiare e reinvestire nel sistema sanitario, nessuno può pensare che aumenta il fondo e non si fa la spending, bisogna fare la spending per dare la possibilità di sostenere i cambiamenti e le trasformazioni del processo. Poi abbiamo nel previsionale vecchio un incremento di tre miliardi che ovviamente sarebbe l’ottimo, dobbiamo lavorare su un dato realistico dei conti ma senza permettere un decremento del fondo. Non sarebbe possibile - ha concluso Lorenzin - per la sostenibilità delle sfide che abbiamo in campo, sotto i 112 miliardi non si può andare».

I sindacati restano sulle spine, allarmati dalle parole del premier.Insieme alla Cigil di Massimo Cozza , arriva la replica di Costantino Troise (Anaao): «Siamo alle solite. Con i giochi di parole, il definanziamento diventa “mancato incremento” così come i tagli lineari sono diventati “risparmi”. Di fatto il Governo minaccia di disattendere un impegno siglato con le Regioni e lascia la sanità annaspare in una situazione finanziaria inadeguata». E prosegue: «L’aumento del fondo di 2,35 miliardi previsto per il 2015 è già saltato. Se salta anche quello di 3,3 miliardi previsto per il 2016 significa che gli accordi si scrivono sulla sabbia. Mi auguro sia un equivoco» - prosegue Troise -. Se l’ipotesi di Renzi fosse confermata, sarebbe la dimostrazione che la sanità è un bancomat cui il Governo attinge risorse per fare altro, non certo per recuperare risorse da destinare all’innovazione. In queste condizioni vuol dir lasciare che il Servizio sanitario nazionale muoia per asfissia, soprattutto al meridione dove il rosso dei bilanci è accompagnato da una mancata garanzia dei livelli di assistenza».


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