Dal governo

La “triplice” Emilia, Lombardia e Veneto al timone della Sanità

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

E’ un equilibrio di bilancini quello trovato oggi in Conferenza delle Regioni, dove ago della bilancia è stata l’assegnazione della commissione Salute. Il braccio di ferro anticipato già nei giorni scorsi dal Veneto, che con Zaia era arrivato a Roma per dare battaglia e ottenere la conferma alla guida della commissione Salute, si è di fatto chiuso con un “1-1”. Come prevedibile, ha prevalso la linea del premier Matteo Renzi che chiedeva per la Sanità la delega all’Emilia Romagna. Ma Zaia dal canto suo ha “tenuto duro”: nessun’altra offerta (Agricoltura? Ambiente?) è stata presa in considerazione e il governatore del Veneto ha preferito alzare la posta. Nel nome dell’equilibrio politico, ha posto la “questione Agenas”: la presidenza dell’Agenzia - ha spiegato - a questo punto deve passare dalle mani emiliano-romagnole (di centro-sinistra), cui era stata destinata, a una Regione di centro destra. I giochi sono ancora da definire, ma secondo indiscrezioni dovrebbe essere il Dg della Sanità Domenico Mantoan a sedere su quella poltrona.

Le due commissioni “forti” - Salute e Affari finanziari - rispecchiano dunque gli equilibri politici: se la prima va all’Emilia Romagna di Stefano Bonaccini e di Sergio Venturi, la seconda resta saldamente confermata in capo alla Lombardia di Roberto Maroni e Massimo Garavaglia. «Ora attendiamo il governo alla prova della legge di Stabilità 2016. Abbiamo visto che la ministra Lorenzin ha già tagliato un miliardo alla Sanità. Ma poiché continua ad affermare di voler difendere il Fondo sanitario, speriamo che il Consiglio dei ministri cambi la norma che l’anno scorso aveva modificato le risorse per la Sanità. Altrimenti andrà riscritto il Patto per la salute».

Per Luca Zaia, la ricetta per recuperare risorse è presto detta: «Si sta verificando tutto quello che andiamo predicando da mesi, e cioè che anche per il prossimo anno si rischia un taglio delle risorse di almeno 3 miliardi. Eppure la soluzione esiste ed è pronta dal lontano 2011, anche se nessuno continua a prenderla in considerazione. Sono i costi standard, che applicati in tutti i settori porterebbero risparmi per 30 miliardi».

Sulla Stabilità 2016 e sul rischio di nuovi tagli in Sanità le orecchie sono più che attente. E cauto è il presidente Sergio Chiamparino: «Nel Patto per la Salute che era stato proposto e sottoscritto dal Governo e da noi, le cifre erano 2 miliardi di euro in più nel 2015, 3 miliardi nel 2016 e altri 2 miliardi in più sul 2017. Quindi quelli sul 2015 sono stati azzerati. Mi aspetto che non siano azzerati quelli sul 2016, anzi che ci sia un giusto adeguamento. Le cifre però le faremo quando saremo in condizione di vedere le carte - ha aggiunto Chiamparino -. Siamo d’accordo a fare tutte le operazioni di razionalizzazione però i risparmi vanno reinvestiti in sanità perché dobbiamo fronteggiare un aumento di costi molto forte sia nel campo dei farmaci, a partire da quelli innovativi, sia nel campo del personale perché ci sarà il rinnovo dei contratti, sia nel campo degli investimenti tecnologici». Secondo Chiamparino «bisogna trovare un equilibrio tra queste due esigenze: quella di risparmiare e quella di mantenere un’elevata qualità del nostro sistema sanitario. E questo si fa solo con gli investimenti».


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