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Stabilità/ Serracchiani: «Fsn 2016 chiuderà a 111 mld». Possibili recuperi sulla parte non sanitaria della manovra Monti

La riunione Governo-Regioni sulla legge di Stabilità 2016 conferma il Fondo sanitario nazionale a 111 miliardi, con qualche possibilità di ritocco al rialzo, lavorando sui tagli da 2,2 miliardi previsti dalla manovra Monti. A ribadire la cifra, annunciata nelle scorse settimane dal premier Matteo Renzi, i presidenti del Friuli Venezia, Giulia Debora Serracchiani e della Basilicata, Gianni Pittella. «Nel 2016 si riceverà un aumento e si chiuderà a 111 miliardi di euro», ha spiegato Serracchiani.
La decurtazione del Fsn da 2,35 miliardi imposta dal decreto Enti locali aveva già abbassato l’asticella del Fondo a 113 miliardi di euro, ma nelle scorse settimane era stato lo stesso premier Matteo Renzi a parlare di 111 miliardi. A chi le faceva notare che i governatori avevano ritenuto questa cifra insufficiente, Serracchiani ha replicato: «Intanto siamo sicuri che sarà di 111 miliardi, poi bisognerà fare un ragionamento in più con il governo».
«Il fondo del Servizio sanitario nazionale è vicino ai 111 miliardi, io spero che qualcosa possa ancora essere guadagnato», ha commentato Giovanni Toti, governatore della Liguria, al termine del vertice, tenuto a Palazzo Chigi alla presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti. Per poi aggiungere: «La stretta sulla spesa delle Regioni c’è, vediamo se con qualche strumento finanziario il governo riesce a mitigarne un po’ l’impatto, io spero ancora che qualcosa possa essere guadagnato sul Fsn, ma parliamo di briciole. Ormai però la spesa delle Regioni è al limite, servirà un chiarimento politico nel quale il governo ci dica cosa pensa del futuro delle autonomie».

«Il governo - ha aggiunto Toti - si è preso qualche ora per finire i conti complessivi della manovra, vedremo quali saranno i definitivi saldi. Continua una politica dei tagli che ci porterà a doverci sedere a un tavolo per discutere su quali poteri restano alle Regioni dopo la brutta riforma al Senato. Se le risorse non ci sono l’autonomia finisce. Al netto questa manovra riduce la possibilità di spesa delle Regioni ormai ai limiti del chiarimento politico necessario. Bisognerà sedersi con questo governo e capire cosa pensano di fare delle autonomie locali», ha concluso Toti.

«C’è un approccio da parte del sottosegretario De Vincenti e del Mef di grande apertura», ha dichiarato il presidente della Basilicata Marcello Pittella. «C’è un approccio positivo del governo nel ridurre la forbice che oggi cuba 2,2 mld di euro - ha spiegato riferendosi alla sforbiciata legata a pregresse manovre - L’incontro è stato sereno, costruttivo e positivo. Aspettiamo qualche ora, c’è la possibilità che il governo recuperi risorse per ridurre questo taglio» portandolo anche sotto 1,2 mld di euro. «Esco dall’incontro non totalmente avvilito, ovviamente cautamente ottimista», ha aggiunto. Riguardo all’ipotesi di un Fondo per le regioni virtuose in sanità «ne abbiamo discusso - ha spiegato Pittella - ma è argomento che affronteremo dopo la manovra. E' legato, secondo Lorenzin, a una sorta di premialità per quelle Regioni che tengono bene i conti, a un atteggiamento più positivo per quelle in piano di rientro che hanno dimostrato di fare sul serio. E c’è un tema aperto che affronteremo a breve sui costi standard - ha concluso Pittella - avendo chiesto di inserire già da subito in finanziaria una piccola norma di richiamo ai costi standard».


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