Dal governo

Bonaccini (Emilia Romagna) in pole per il dopo-Chiamparino alla Stato-Regioni

È molto probabile che sarà Stefano Bonaccini il prossimo presidente della Conferenza Stato-Regioni, al posto del dimissionario Sergio Chiamparino. Sul nome del governatore dell’Emilia Romagna sarebbe stata raggiunta un’intesa politica di massima tra i presidenti del Pd e la nomina dovrebbe essere ratificata già nella riunione della Conferenza in programma giovedì mattina, che ha all’ordine del giorno proprio l’elezione del nuovo presidente. Prima della riunione al Cinsedo, ci sarà comunque un confronto ristretto che sarà convocato dal vice segretario del Pd e presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. All’elezione anticipata - di solito il mandato del presidente coincide con quello della legislatura regionale - si è arrivati dopo le dimissioni di Sergio Chiamparino, che superata la legge di stabilità aveva annunciato la volontà di dedicarsi «a tempo pieno» al Piemonte alle prese con una situazione di bilancio complessa, soltanto alleviata dall’ultimo decreto «Salva Regioni».

Nei giorni scorsi, l’unica candidatura ufficialmente annunciata è stata quella del presidente della Lombardia, Roberto Maroni, che aveva reclamato una presidenza di garanzia per l’opposizione. Al centrodestra resterebbe invece la vice presidenza della Conferenza dove con tutta probabilità sarà confermato il forzista Giovanni Toti, presidente della Liguria.
Discorso più aperto per il coordinamento delle Commissioni. Sicuramente la Lombardia terrà quello agli Affari Finanziari. Da capire se il Pd terrà quello della sanità (oggi nelle mani dell’Emilia Romagna che però avrebbe anche il presidente della Conferenza), magari passandolo alla Toscana di Stefania Saccardi, oppure se la guida tornerà al centrodestra, considerato che il Veneto che in passato lo ha guidato per anni è tornata a reclamarlo con forza.


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