Dal governo

Stabilità 2016, Lorenzin: «Mobilità attiva anche per le Regioni in Piano di rientro»

Il Ministero della Salute ha presentato un emendamento alla legge di Stabilità che permetterà anche agli ospedali di regioni in piano di rientro di poter assistere pazienti da fuori regione, cosa che ora è vietata. Lo ha annunciato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin durante il suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica: «Le misure che sono state concepite sono diaboliche, una volta che sei in piano di rientro non hai speranze - ha sottolineato il ministro -. Non solo le regioni hanno pagato un prezzo, ma quelle che hanno al proprio interno strutture di eccellenza, come il Gemelli, non potendo usufruire della mobilità attiva, si sono depauperate, a vantaggio delle altre».

Per questo il ministro ha colto l'occasione di «ringraziare in particolare anche il personale sanitario del Policlinico Universitario Agostino Gemelli - al quale in questi anni abbiamo chiesto tantissimo, soprattutto nelle regioni in piano di rientro, come il Lazio - senza il quale nessun ospedale potrebbe garantire la necessaria assistenza. Ringrazio di cuore anche i volontari impegnati nella associazioni che operano a favore dei popoli più bisognosi, fra i quali sono anche medici del Policlinico Gemelli, preziosissimo in questi tempi di emergenza e di guerre. Oggi le grandi sfide alle quali siamo chiamati non sono più eludibili: la medicina personalizzata, i nuovi farmaci, la medicina predittiva, nuovi modelli gestionali e clinici. Dobbiamo quindi eliminare gli sprechi e reinvestirli però nel Servizio sanitario nazionale. È una sfida etica: dobbiamo dare nuove cure e nuovi farmaci a tutti, indistintamente e senza fare distinzioni per età e condizioni di salute».

Infine, ha detto, «un ringraziamento per quanto fate per la ricerca: valore scientifico, ma anche economico, soprattutto in sanità. Per questo, valutandola anche come un investimento dobbiamo cambiare modelli organizzativi e operativi, facendo si che i nostri ricercatori possano formarsi anche all'estero, ma creando le condizioni perché il nostro Paese li attragga nuovamente. Questa è una grande ambizione alla quale non vogliamo né dobbiamo abdicare».


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