Dal governo

Padoan: «Più leva fiscale per la ricerca»

di Marzio Bartoloni (da ilsole24ore.com)

Si dice «molto favorevole» agli incentivi per le spese in ricerca e sviluppo a cominciare dal credito d'imposta che «condivido». Annuncia in legge di stabilità il possibile arrivo di «misure aggiuntive» per le imprese del Sud. E si prende l'impegno alla viglia del prossimo Def in primavera a «identificare» le idee migliori per «stimolare l'innovazione nelle aziende» prendendo spunto dalle proposte che arriveranno dal Viaggio nell'Italia che innova organizzato dal Sole 24 ore che ieri ha chiuso a Bologna la sua prima tappa. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rilancia così l'impegno del Governo sul fronte dell'innovazione made in Italy che ha una «grande tradizione», ma fatica a trasformarsi in crescita e punti di Pil: «La nostra intenzione è quella di usare lo spazio fiscale disponibile in concomitanza con le riforme strutturali perché il potenziale di innovazione del Paese sia sfruttato al massimo e accresciuto».

Quello della leva fiscale e del taglio delle tasse è infatti per il ministro dell'Economia «compatibilmente con i vincoli di bilancio» la strada maestra che ha imboccato il Governo per aiutare il Paese a uscire definitivamente dalle secche della crisi: «Una delle nostre priorità - ha detto - è abbattere le tasse e farlo in modo permanente, che è il primo passo per la rimozione del freno alla crescita: ma questi tagli devono essere credibili». Si andrà avanti dunque anche con la «detassazione per le imprese «appena sarà possibile», ricordando però come in questa manovra ora all'esame della Camera era necessario disinnescare prima di tutto quelle clausole di salvaguardia che valgono oltre 16 miliardi («la voce più importante»). Ma è sempre sulla legge di stabilità che potrebbe arrivare un nuovo segnale positivo per le imprese, in questo caso del Sud. Misure ad hoc che per Padoan «debbono far piacere non solo alle imprese del Mezzogiorno ma in generale perché se il Sud funziona meglio, è un bene per tutti». L'intervento potrebbe in particolare riguardare il potenziamento ulteriore dei cosiddetti superammortamenti: la manovra prevede già una misura pro investimenti sui beni produttivi che potrebbe crescere ancora, questa una delle ipotesi al vaglio del Governo, per gli acquisti delle imprese meridionali (dal 140% fino al 160%).

Padoan: «Usare spazio fiscale e riforme per sfruttare al massimo il potenziale di innovazione del Paese»
Sollecitato dalle domande del direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano che lo ha intervistato nella seconda giornata bolognese di questo viaggio in Italia, organizzato con Confindustria e in collaborazione con Ey, Padoan ha poi ammesso che le ragioni per cui il ministro delle Finanze si deve occupare di innovazione sono «moltissime», a partire dalla sfida dell'uscita dalla crisi che «ci ha portato via 10 punti di Pil, e quindi 10 punti di capacità produttiva e innovativa che vanno rimpiazzati e accresciuti». Da qui l'impegno al momento del prossimo Def di valutare le richieste che arriveranno dalle aziende innovatrici: «Nel momento in cui con questa iniziativa andate per l'Italia a vedere come si innova, chiedete da parte mia quali sono le misure che secondo voi il Governo dovrebbe prendere e che possono essere più utili per l'innovazione».

Il ministro dell'Economia dopo aver sottolineato l'importanza della riforma della Pa che sarà attuata subito dopo la legge di stabilità («accanto all'industria 4.0 serve una pubblica amministrazione 4.0») è poi intervenuto sulla situazione economica italiana dicendosi convinto che la «fiducia prevarrà» sulla paura alimentata dal terrorismo. Che ha sì un effetto sull'economia «violento», ma è «limitato». Per Padoan quello che conta è che è stata sconfitta la sfiducia provocata dalla crisi, come dimostra anche la ripresa della domanda interna: «Questo mi fa stare relativamente tranquillo», ha spiegato. Infine doppia stoccata per l'Europa: nel mirino del ministro finisce innanzitutto il piano Juncker, il «lodevole» programma di investimenti dell'Ue varato per rilanciare la crescita economica, che «sta prendendo una deriva burocratica» e va «avanti vivacchiando». Ma le critiche riguardano la direzione presa dall'Ue nel suo insieme che parla più di unione bancaria che di integrazione del mercato interno: «L'Europa sta perdendo possibilità, solo se supera le barriere si può innovare di più».


© RIPRODUZIONE RISERVATA